Inflazione Ue sale a +3,1% in novembre

09/01/2009

BRUXELLES (BELGIO) – Il tasso annuo d’inflazione nella zona dell’euro in novembre è stato del 3,1% contro il 2,6% di ottobre. Lo ha reso noto l’Eurostat, l’ufficio europeo di statistica, che ha rivisto al rialzo la stima del 30 novembre scorso pari al 3%. Anche nell’Ue-27 il tasso è stato del 3,1% contro il 2,7% di ottobre. L’inflazione a novembre sale al livello più alto dal maggio 2001, cioè da oltre sei anni e mezzo. A fare da traino degli aumenti i prodotti energetici e quelli alimentari. I primi crescono del 3,4% mensile e del 9,7% su base annua e i secondi dello 0,7% mensile e del 4% annuo.

ALMUNIA: «MOLTO PREOCCUPATO» – Il Commissario Ue agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia si è detto «molto preoccupato» per l’andamento dell’inflazione in Eurolandia. «Quello di oggi è chiaramente un dato negativo», ha spiegato la portavoce del commissario, Amelia Torres, spiegando che «i dati sono peggiori delle aspettative».
«Quando il Commissario Almunia presentò le previsioni nello scorso novembre – ha spiegato Torres – mise già in evidenza i rischi di ulteriori rialzi dell’inflazione. Noi speriamo che dalla metà del 2008 i prezzi tornino ad un livello normale. Speriamo, perchè in effetti i dati sono peggiori delle aspettative». La portavoce di Almunia ha quindi spiegato come sul banco degli imputati ci siano principalmente i prezzi dell’energia, aumentati del 9,7% nell’ultimo mese, e quello dei generi alimentari. «L’andamento positivo o stabile, registrato in altri settori – ha aggiunto la Torres – non è sufficiente per compensare quegli effetti negativi».

COLDIRETTI: AUMENTO DEI PREZZI INGIUSTIFICATO – E proprio la crescita dei prezzi al consumo, in particolare di quelli alimentari è al centro dell’allarme lanciato in Italia dalla Coldiretti. «Il mix esplosivo provocato dello sciopero dei tir concomitante con l’arrivo del natale al quale si è aggiunto il rischio gelo per le colture sta favorendo comportamenti speculativi con rincari anomali dei prezzi sui quali occorre intensificare l’attività di vigilanza» dichiara l’associazione dei coltivatori che denuncia la scomparsa dai banchi di vendita della frutta e verdura dei cartellini che devono riportare obbligatoriamente oltre al prezzo la provenienza, la varietà ed il livello di qualità «per consentire ai consumatori di fare i necessari confronti che è l’unico strumento concreto di difesa».

Fonte:
Corriere della Sera