In Brasile prezzi da Manhattan

04/05/2012

Il capitale triplicato in tre anni. Chi ha investito nel settore immobiliare ha vinto, anzi stravinto la scommessa. Il Brasile si è confermato un mercato di straordinario interesse, sbaragliando qualsiasi alternativa.

La capitale finanziaria del Brasile, San Paolo, vive un boom immobiliare simile a quello che in passato hanno conosciuto altre prestigiose capitali come Londra e New York. Nel quartiere di Vila nova conceicao un appartamento costa 8.500 dollari al metro quadrato (quasi 6.500 euro), poco meno a Itaim, 7.900 dollari al mq (6mila euro circa).

Non solo San Paolo. L'istituto di ricerche economico immobiliari Ibope Inteligencia rileva prezzi record nelle tre principali piazze brasiliane: oltre a San Paolo anche Rio de Janeiro e Brasilia. I campionati del mondo di calcio, in programma nel 2014, e le Olimpiadi del 2016 hanno spinto i prezzi delle case di Rio nel novero delle più costose al mondo.

Un appartamento di nuova costruzione affacciato sulla prestigiosa spiaggia di Ipanema supera i 19mila dollari (14.500 euro) al metro, quotazioni in linea con quelle di Cortina d'Ampezzo, la perla delle Dolomiti, ma anche dei quartieri più chic di Roma e Parigi. Sempre a Rio, chi si accontenta di Leblon, un'altra spiaggia carioca, spende un po' meno, ma pur sempre 9.700 dollari al metro quadrato.

Dietro il grande boom di Rio non c'è solo lo sport. I grandi giacimenti petroliferi scoperti al largo della città hanno attirato tecnici provenienti da tutto il mondo: basti pensare che nel 2010 sono sbarcati a Rio più di 50mila manager internazionali, prevalentemente americani ed europei.

Gran parte degli osservatori immobiliari rileva inoltre che il Brasile degli ultimi anni è cambiato radicalmente. Gli acquirenti sono globali: a San Paolo, Rio, Brasilia arrivano canadesi, russi, inglesi. Una tendenza già conosciuta da altre città: New York, Parigi, Miami. E ora sempre più radicata anche in Brasile.

Ma non è tutto: negli ultimi otto anni la forte crescita economica del Brasile di Lula, l'ex presidente uscito di scena 16 mesi fa con l'80% dei consensi, ha moltiplicato il potere d'acquisto di tutti. Dei più poveri, che hanno finalmente accesso a una vita meno miserabile, e dei più ricchi. Questi ultimi, secondo le stime, sarebbero almeno 18 milioni, su una popolazione complessiva di 200 milioni di abitanti.

L'auge del settore immobiliare brasiliano poggia anche su alcune modifiche normative che hanno facilitato la concessione dei mutui. Fino al 2005 gran parte delle abitazioni venivano pagate in contanti e i mutui ipotecari rappresentavano solo l'1,4% del Pil. Negli ultimi anni sono saliti al 6% del Pil.

Ciò ha spinto anche un altro settore, quello edilizio, grazie all'ambizioso progetto lanciato da Lula e riconfermato da Dilma Rousseff, la nuova presidenta in carica dal primo gennaio 2011: i programmi di edilizia sociale denominati "Minha casa" e "Minha vida", la mia casa, la mia vita. Si tratta di finanziamenti forniti ad alcuni milioni di famiglie a basso reddito in aree ovviamente periferiche delle città più importanti oppure in città minori.

A dispetto di un boom economico di dimensioni epocali, con l'approdo di circa 20 milioni di brasiliani nella nuova dimensione di "consumatori", restano dei timori atavici: per esempio quello descritto da Ines Magalhaes, ministro delle Abitazioni: «I brasiliani, di qualsiasi classe sociale, vogliono acquistare la casa di proprietà proprio perché temono una nuova fase recessiva e quindi la perdita di lavoro e l'impossibilità di pagare un mutuo».

Ebbene, questi grandi progetti hanno attirato anche altre infrastrutture: porti, ferrovie e aeroporti. Basti pensare che lo Stato di San Paolo possiede 35 aeroporti, in gran parte in via di ristrutturazione.

Ecco perché sono tanti i gruppi immobiliari sbarcati in Brasile dall'estero. Tra questi, il gruppo canadese Brookfield asset management, il cui presidente Josè Alburquerque ha dichiarato che il Brasile «non è più il Paese del futuro ma quello del presente».

 

 Fonte:
Il Sole 24 Ore