In Brasile le emissioni tornano a salire dopo 10 anni

26/11/2014

(Rinnovabili.it) – Le emissioni di CO2 tornano a salire dopo 10 anni: la colpa è di tutti i settori, ma soprattutto di una ripresa della deforestazione selvaggia. Lo rivela l’Observatorio do Clima, network che riunisce associazioni della società civile, annunciando a San Paolo i risultati del Sistema di stima delle emissioni di gas serra. Lo studio, elaborato per il secondo anno consecutivo, rileva che la CO2 brasiliana in atmosfera ha raggiunto 1.7 miliardi di tonnellate nel 2013. La quota è piuttosto significativa, se comparata con i dati del 2012. Infatti l’Observatorio registra un aumento del 7.8% in un solo anno. Dal 2008 a questa parte, si tratta del valore record per le emissioni del Paese del carnevale. Inoltre, il dato presenta una discontinuità rispetto al trend avviato nel 2005, anno in cui la nazione ha cominciato a far fronte con più decisione al problema della deforestazione.

 

La devastazione della foresta amazzonica, scesa ai minimi nel 2012 (con 1.45 miliardi di tonnellate di CO2 emesse in atmosfera), ha ripreso a ritmo forsennato nel 2013, provocando in soli 12 mesi un’inversione di tendenza a dir poco preoccupante. Si tagliano gli alberi del polmone del pianeta ad un ritmo del 29% superiore a quello del 2012, ed è questa la principale causa – sostiene il rapporto – del nuovo picco di CO2. Il disboscamento non è l’unico responsabile, tuttavia, della brutta situazione brasiliana. Contribuisce per il 35% al fenomeno (il 16% in più dell’anno prima), che però tra i colpevoli annovera tutti i settori, dall’energia (30% delle “colpe”) all’agricoltura (27%), fino all’industria (6%).

 

Ciascuno ha fatto la sua parte con generosità per provocare una tale salita delle emissioni: il settore energetico a causa di una crescita nell’utilizzo di energia termoelettrica proveniente da fonti fossili. I flussi di trasporto poi sono aumentati, con conseguente maggior consumo di gasolio e benzina.  E dire che il Brasile aveva promesso di tagliare la quota di CO2 del 39% entro il 2020. Secondo l’Observatorio do Clima si tratta di pura utopia: le politiche governative non vanno nella stessa direzione rispetto alle necessità del clima, ma combaciano perfettamente con il trend del riscaldamento globale.

 

Fonte:
Rinnovabili.it