Imprese: aspettative caute per il 2008
09/01/2009
Ottimisti per dovere, ma con più di un motivo di preoccupazione. Non sarà certo il 2008 l’anno della svolta per l’economia italiana. Ne sono convinti gli imprenditori associati a Confindustria, secondo quanto emerge dall’analisi dei questionari inviati nei giorni scorsi dalle sei redazioni regionali del Sole-24 Ore a tutte le organizzazioni territoriali.
L’export, secondo quanto emerge dall’analisi dei dorsi regionali oggi in edicola con il Sole 24 Ore, resterà, anche per quest’anno, la principale ancora di salvezza della competitività nazionale. Ma è un appiglio destinato a non durare a lungo, viste le difficoltà crescenti, da parte di tutti gli imprenditori, dal Nord al Sud della Penisola, nel mantenere margini accettabili. Per non parlare del gap infrastrutturale, individuato dalla maggioranza degli intervistati come il principale freno allo sviluppo del Paese.
Secondo l’analisi, il 2008 sarà ancora l’anno delle esportazioni. Da un rapido esame dei 102 questionari compilati dai presidenti delle singole territoriali, emerge, su questo fronte, un saldo tra risposte positive e negative in attivo per 48,55 punti percentuali.
In particolare, i più ottimisti sono gli imprenditori del Lazio, con uno scarto di 80 punti. Seguono, nell’ordine: il Nord Est (+61,6%), la Lombardia (+57,15%) e il Nord Ovest (+43,75%). Più contenuto l’entusiasmo del Centro Nord (+31%) e del Sud, con uno scarto comunque in attivo (+17,8%) tra giudizi ottimistici e previsioni negative.
La maggior parte degli imprenditori è quindi fiduciosa nella possibilità di mantenere, anche nell’anno in corso, la spinta sui mercati esteri che ha caratterizzato il 2007, con una quota italiana sul commercio mondiale che, secondo gli ultimi dati dell’Ice, è salita dal 3,4% al 3,6%.
Ma, nonostante parametri fondamentali come occupazione, livello degli investimenti e degli ordini, vengano giudicati in ottima salute (pure le previsioni produttive sono moderatamente positive, anche se con l’unica eccezione della Lombardia), sono numerose le incognite all’orizzonte. Il principale fattore frenante è, secondo gli intervistati, il ritardo infrastrutturale, individuato come una barriera allo sviluppo da quasi una territoriale su cinque, con un’eloquente media del 25,71% sul territorio lombardo.
A seguire, impensieriscono i sonni degli imprenditori i nodi irrisolti di burocrazia e Fisco, indicati nella quasi totalità dei casi nelle prime tre posizioni tra gli ostacoli, potendo scegliere tra una rosa di almeno dieci opzioni diverse.
Un quadro non tranquillizzante, al quale si sommano i rischi dell’euro forte, una zavorra che pesa proprio sulle performance all’estero. Insieme all’impennata delle materie prime, il cambio sfavorevole rischia di assottigliare ulteriormente i già risicati margini maturati nel corso dell’anno appena passato. Il dollaro debole e gli shock di mercato hanno già costretto le aziende a rivedere i listini, con inevitabili conseguenze sui profitti.
Il saldo tra risposte positive e negative evidenzia, su questo fronte uno sbilanciamento a favore di queste ultime per 49 punti percentuali, con il record negativo tra gli imprenditori lombardi, a -85,71%. Anche il 2008 sarà un anno di passione per l’ultima riga del conto economico delle aziende italiane. (M.Me.)
Fonte:
Il Sole 24 Ore