Il Piemonte locomotiva d’Italia? Pare di sì: l’export dei “nostri” distretti segna il miglior risultato in ambito nazion
05/10/2015
Segnali davvero positivi sul fronte industriale in Piemonte, a tutti i livelli. La Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha analizzato l’attività di export nella regione nel secondo trimestre 2015. Queste le principali evidenze: L’export dei distretti piemontesi ha mostrato segnali di accelerazione, con un progresso tendenziale del 20,1%, il miglior risultato in ambito italiano. Per l’ottavo trimestre consecutivo il ritmo di crescita dei distretti della regione è stato superiore alla media italiana.
È stata sfiorata la cifra record di 2 miliardi di euro esportati in un solo trimestre, 327 milioni di euro in più rispetto al corrispondente periodo del 2014. È ormai un ricordo la crisi del 2009, quando l’export fu mediamente pari a poco più di 1,1 miliardi di euro a trimestre. L’oreficeria di Valenza è stata ancora una volta trainante, confermandosi il miglior distretto italiano per crescita sui mercati esteri, grazie al nuovo balzo delle vendite in Svizzera e Francia. Per la prima volta nella storia le esportazioni del distretto sono state superiori a quelle di Arezzo e di Vicenza.
Notizie positive vengono anche dagli altri principali distretti della regione. Segnali di accelerazione sono emersi per il tessile di Biella (+9%) e i dolci di Alba e Cuneo (+13,1%), tra i distretti migliori in ambito italiano all’interno delle loro filiere di specializzazione. Molto brillanti anche la nocciola e la frutta piemontese (+30,8%) e le macchine tessili di Biella (+12,3%). Hanno poi mantenuto un profilo di crescita positivo il riso di Vercelli (+7,5%), i vini di Langhe, Roero e Monferrato (+5,2%) e il caffè, le confetterie e il cioccolato torinese (3,3%). È tornato in territorio lievemente positivo l’export di rubinetteria e valvolame di Cusio-Valsesia. Francia, Svizzera, Stati Uniti, Cina e Regno Unito sono i mercati in cui i distretti piemontesi sono cresciuti di più in termini assoluti. In Francia e Svizzera si è messa in evidenza l’oreficeria di Valenza; negli Stati Uniti, i vini di Langhe, Roero e Monferrato, il caffè, le confetterie e il cioccolato piemontese e la rubinetteria e il valvolame di Cusio-Valsesia; in Cina ottime performance del tessile di Biella e dei dolci di Alba e Cuneo; nel Regno Unito hanno brillato l’oreficeria di Valenza, la rubinetteria e il valvolame di Cusio-Valsesia, il riso di Vercelli.
Nella seconda parte dell’anno gli Stati Uniti continueranno a trainare le esportazioni dei distretti piemontesi. Un sostegno alla crescita potrà continuare a venire dalla ripresa della domanda europea e dalla debolezza relativa dell’euro. Meno dinamica che in passato sarà invece la domanda proveniente dai nuovi mercati e, in particolare, da Russia e Cina. Anche l’export dei poli tecnologici piemontesi è tornato a crescere a ritmi sostenuti: balzo delle vendite dell’ICT di Torino, in evidenza in Francia, Polonia, Stati Uniti, Brasile, Turchia; indicazioni positive anche dal polo aeronautico di Torino che, dopo due trimestri negativi, si è riportato in territorio lievemente positivo e ha potuto contare sul mercato inglese e su un’importante commessa del governo peruviano.
Nei primi otto mesi del 2015 rallentano le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nei distretti tradizionali piemontesi (sia CIG ordinaria che straordinaria). Spicca, in particolare, la forte riduzione della CIG straordinaria nel tessile di Biella (il numero di ore si è più che dimezzato). Segnali meno positivi vengono invece dai distretti dei frigoriferi industriali di Casale Monferrato e della rubinetteria e valvolame di Cusia-Valsesia, due tra i distretti più in difficoltà sui mercati esteri. Nei poli tecnologici, invece, non è emersa una variazione significativa rispetto ai livelli toccati nel corrispondente periodo del 2014: le ore di cassa ordinaria sono addirittura aumentate, spinte dall’accelerazione che si è verificata nel polo aeronautico di Torino.
Fonte: Targatocn.it