Il Fmi riduce le stime italiane Deficit a 2,7% e debito al 134,5%

09/04/2014

Il Fondo monetario internazionale ha peggiorato le stime su deficit e debito pubblico italiani per quest’anno, e quella sul debito relativo al prossimo. Il deficit strutturale è visto ancora sopra la soglia dello 0,5% quest’anno, con una convergenza verso il pareggio sorretta da misure correttive negli anni successivi. E’ quanto emerge dall’edizione di aprile 2014 del Fiscal Monitor, il rapporto semestrale del Fmi che analizza lo stato dei conti pubblici delle principali economie.

 

Il rapporto deficit/Pil

Per l’anno in corso il Fondo prevede ora, per l’Italia, un rapporto deficit/Pil del 2,7%, contro il 2,1% stimato nell’ultimo Fiscal Monitor, dell’ottobre scorso. Invariata invece la stima relativa al 2015, con deficit/Pil visto all’1,8%. Per quel che riguarda invece il 2016, le proiezioni del Fmi danno un deficit italiano in ulteriore calo allo 0,8%. A tali livelli, si legge nel rapporto, corrisponde a una necessità  di finanziamento per il Paese pari al 28,4% del Pil quest’anno, al 29% il prossimo, e poi in calo al 23,9% nel 2016. Il Fondo sottolinea che ad oggi, in diversi Paesi, il processo di consolidamento fiscale è stato a grandi linee suddiviso equamente tra misure di aumento delle entrate e misure di riduzione della spesa. Nel 2014-2015 è invece attesa, specialmente nell’area euro, una prevalenza di misure di taglio della spesa, tra le quali si cita proprio la spending review in corso in Italia, che dovrebbe identificare risparmi per 32 miliardi di euro in tre anni. Per quel che riguarda il debito pubblico (lordo), il Fmi lo stima ora al 134,5% del Pil quest’anno e al 133,1% nel 2015: si tratta in entrambi i casi di un livello più alto rispetto a quello previsto lo scorso ottobre, rispettivamente il 133,1% e il 131,8%. Ieri il governo Renzi ha presentato il Def, che contiene previsioni di crescita dello 0,8% per il 2014 e dell’1,3% per il 2015, un deficit/Pil rispettivamente al 2,6% e all’1,8%, e un debito/Pil al 134,9% e al 133,3%.

 

 

Il pareggio strutturale

Le proiezioni finanziarie relative all’Italia, spiega il Fondo all’interno del rapporto, incorporano le misure annunciate dal governo nella Legge di stabilità  2014 (tenuto conto delle differenze nell’outlook di crescita e nella valutazione dell’impatto delle misure stesse) e della spesa necessaria per il rimborso degli arretrati della PA nel 2013. «Dopo il 2014 il Fmi proietta una convergenza a un equilibrio di bilancio strutturale, in linea con le regole fiscali dell’Italia, il che implica misure correttive in alcuni anni, per quanto ancora non identificate»,dice il rapporto, aggiungendo che le proposte fiscali avanzate dal nuovo governo sono state annunciate dopo la chiusura del World Economic Outlook e quindi non sono considerate nei numeri odierni. Stamane il portavoce del commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn ha ribadito la posizione di Bruxelles, sottolineando che l’Italia «deve raggiungere il pareggio di bilancio in termini strutturali per riportare il debito su una traiettoria discendente». Secondo le stime del Fondo, il bilancio aggiustato per il ciclo si attesterà  su un disavanzo dello 0,8% sul 2014 e dello 0,5% sul 2015 (le stime dello scorso ottobre indicavano un avanzo dello 0,1% quest’anno e un deficit dello 0,1% il prossimo); dal 2016 al 2019 tale rapporto oscillerà  tra il pareggio e un avanzo dello 0,1%. Ieri il Fmi, presentando i primi due capitoli del World Economic Outlook, ha confermato le previsioni di crescita del Pil italiano diffuse a gennaio, +0,6% quest’anno e +1,1% nel 2015.

 

Fonte:
Corriere della Sera