Il Brasile s’inventa le ecoscarpe (con il volto di Pelè)
13/08/2009
Quando si parla di scarpe brasiliane, il pensiero va subito ai sandali da spiaggia, alle infradito Havaianas o Ipanema, con una testimonial indimenticabile come la modella Gisele Bündchen (la nuova linea sarà caratterizzata da una stella marina e un programma di salvaguardia delle tartarughe), che rappresentano ormai un prodotto globale. Un’invasione allegra, ispirata a mille motivi, dall’Art Noveau ai fiori indiani, per marchiare l’estate a ogni latitudine. Tanto che a Ibiza, Miami e Rio, dove comunque le portano anche nelle giornate più fredde grazie a calzini colorati con spacco ad hoc, si ciabatta allo stesso modo. Oppure, le più trendy immaginano le Melissa in gomma profumata.
Epperò, l’industria calzaturiera del gigante sudamericano, secondo i dati di Abicalçados terzo produttore mondiale del settore con oltre 800 milioni di paia prodotti nel 2008 ed esportatore in 150 Paesi nonostante la concorrenza sleale della Cina, offre ben altro. Non solo modelli a basso costo, ballerine e sneakers, ma anche scarpe ecologiche, firmate e di qualità per conquistare Usa ed Europa. Per rendersene conto è bastata una visita a Francal 2009, la 41esima fiera internazionale delle calzature e degli accessori di moda tenutasi a San Paolo, in cui venivano presentate le collezioni primavera-estate 2010.
Curiosi e lanciati sul mercato di 15 Paesi con il volto di “O Rei” Pelè, gli eco-sandali della Goóc, realizzati a Salvador de Bahia riciclando pneumatici di automobili (12 milioni in cinque anni), sono un po’ più costosi dei diretti concorrenti, ma contribuiscono a tenere pulito il Brasile. Simili i Mormai Neocycle in neoprene riciclato, perfetti per i surfisti. Tutta a impatto zero anche la linea eco di Divalesi, un’impresa familiare di Três Coroas (Rio Grande do Sul) passata in pochi anni da una produzione di 20 paia al giorno a una di 1.500. La sua sapathila da donna non contiene sostanze chimiche inquinanti nella concia del pellame, mentre la gomma della suola è ricavata da fonti rinnovabili.
Uno stile più europeo ha Via Uno, che d’altronde ha già aperto negozi a Milano e Torino. La collezione “Marrakesh” punta però su esotismo e lusso etnico. Una linea Safari chic in pelle di serpente e tacco 12 che ai piedi della modella Bianca Klamt fa sognare atmosfere da Mille e una notte. Anche se per trovarla da noi bisognerà attendere qualche mese.
Per i bambini la novità più rilevante arriva da Ortopé (brand del colosso Paquetà, con 30 negozi solo negli Emirati arabi, che si appresta a esportare anche in Italia), con le scarpe ortopediche allungabili fino a tre numeri e con quelle in fibra di bamboo. Mentre gli uomini che vogliono una calzatura made in Brazil possono rivolgersi alla celebre collezione casual di Democrata: scarpe con tecnologia air da indossare con giacca e jeans e non solo per fare sport.
Tra le borse da segnalare quelle artigianali in cotone di 1001 Retalhos, realizzate con una tecnica simile al patchwork chiamata fuxico. La collezione con le piante dell’Amazzonia a rischio estinzione (açai, jacarandá, pau rosa, pau brasil ecc.), scelte per una campagna di riforestamento, include dei semi per chi volesse tentare un esperimento. In Giappone hanno già fatto il boom. Ancora più particolari, infine, le borse (a produzione limitata) di Confraria in junco, una fibra naturale usata da sempre per la confezione di ceste e amache, ideate dalla stilista Ana Paula Àvilla con l’inserimento di pelle, metalli e cristalli Swarovski.
Fonte:
Libero News