Il Brasile fatica sul primario ma non all’estero
27/11/2013
Il Brasile non sta attraversando un buon momento sul mercato dei capitali ma il governo di Dilma Rousseff cerca di superare le difficoltà puntando sull’estero. Da inizio anno le quotazioni dei governativi brasiliani denominati in reais hanno perso il 5% e, nonostante una discreta cedola, gli investitori hanno complessivamente dovuto incassare una perdita.
La prospettiva dell’inizio del Tapering da parte della Federal Reserve peggiora ulteriormente le cose, visto che la svolta di politica monetaria degli Usa porterà con ogni probabilità a un rafforzamento del dollaro e quindi a un flusso di capitali dai Paesi Emergenti verso gli Stati Uniti. Nei primi nove mesi dell’anno il governo di Brasilia è riuscito a collocare solo 31,85 miliardi di dollari contro i 37,5 miliardi dello stesso periodo del 2012. La prospettiva cambia però radicalmente se si guarda alle emissioni in valuta straniera.
L’istituto statale Banco do Brasil si prepara a collocare una nuova emissione in euro dopo quella del settembre del 2012. Lo stesso Banco do Brasil, a luglio, aveva raccolto 700 milioni di euro con un’emissione nella valuta del Vecchio Continente. Nel solo mese di settembre gli emittenti brasialiani hanno raccolto ben 3,4 miliardi di dollari con collocamenti realizzati all’estero. Si tratta della seconda miglior performance dopo quella realizzata a maggio.
Secondo alcuni analisti, il Brasile potrebbe inoltre sfruttare al meglio la finestra di tempo concessa dal rinvio del tapering deciso dalla Federal Reserve che, in un primo momento, sembrava decisa a ridurre gli acquisti di asset già entro la fine di quest’anno. Adesso la speranza è che le incertezze causate dal braccio di ferro fra Repubblica e Democratici sull’innalzamento del debito pubblico allunghino ulteriormente il tempo a disposizione dei mercati emergenti per rifinanziarsi.
Fonte:
La Repubblica