Il Brasile fa gola all’Italia per i futuri investimenti
14/09/2009
A novembre partirà la missione commerciale di Confindustria a San Paolo e Santiago (Cile): infrastrutture, energia e trasporti nel mirino degli imprenditori
Anche in Brasile non è tutto oro quello che luccica. La crisi è arrivata, seppur differita di qualche mese, peggiorando i numeri della prima potenza economica dell'America meridionale. Ciò conferma l'opinione di Ruggero Gambini, direttore Finanza e controllo della società Isagro, specializzata nella produzione di agri farmaci: in Brasile – finanziariamente parlando – ci sono anni meravigliosi e altri molto difficili. Il momento, però, è buono per pianificare nuovi investimenti, tanto che il prossimo novembre partirà una missione commerciale di Confindustria a San Paolo e Santiago (Cile).
Dal Pac ai Mondiali
La più diretta conseguenza dell'avvertenza di Gambini, intervenuto nei giorni scorsi in Assolombarda, è che l'imprenditore dovrebbe pensare all'investimento in Brasile come a una strategia di lungo termine, piuttosto che una moda passeggera. Il Governo Lula si sta impegnando su binari lungimiranti; innanzi tutto c'è il Pac, il programma di accelerazione della crescita con oltre 500 miliardi di reais da spendere per infrastrutture, energia e trasporti. L'attenzione corre già verso i Mondiali di calcio del 2014: le stime degli investimenti sfiorano i 25 miliardi di euro tra nuovi stadi, attività alberghiere e di ristorazione, complessi sportivi, strade, aeroporti, ferrovie ad alta velocità e altre opere.
Segnali di ripresa
Gli ultimi dati dell'Ice mostrano che il paese sta superando la crisi: il Pil dovrebbe crescere almeno del 4% nel 2010 (con un calo del -0,5% previsto per quest'anno). Lo scorso giugno, le esportazioni sono cresciute del 21% rispetto al mese precedente, mentre l'avanzo commerciale dello stesso mese ha superato i 4,5 miliardi di dollari, cifra record dal dicembre 2006. La produzione industriale nel primo semestre 2009 è in ripresa, il tasso di disoccupazione è sceso di quasi un punto da dicembre 2008 a giugno 2009, mentre l'inflazione, che era del 6,4% lo scorso novembre, è calata al 4,8% a maggio. Il tasso d'interesse, infine (8,75%), è il più basso di sempre essendo diminuito di cinque punti negli ultimi mesi.
Un mercato sempre più vasto
I punti forti del Brasile comprendono una popolazione economicamente attiva di 90 milioni di persone e la settima posizione mondiale nella classifica dei mercati più consumatori, con il secondo posto per le vendite di aerei privati ed elicotteri e il sesto per quelle di cosmetici. Il paese è il secondo produttore mondiale di scarpe e quinto di automobili; il settore tessile vale circa 22 miliardi di dollari l'anno. A febbraio 2009 circolavano 152 milioni di cellulari; il sistema delle telecomunicazioni è assai avanzato, così come quello bancario, con quasi tre miliardi di transazioni e il 97% delle dichiarazioni dei redditi eseguite sul web. Per quanto riguarda il commercio estero, c'è stata una riduzione del 25% nel primo semestre 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008, dovuta in parte al calo dei prezzi internazionali dei prodotti agricoli e minerali.
I settori promettenti
In controtendenza la Cina, i cui acquisti di prodotti brasiliani sono aumentati del 41%, portando Pechino al primo posto per l'export di Brasilia. L'Italia figura invece al decimo posto in questa graduatoria (-40% d'acquisti), mentre sale all'ottavo tra i principali fornitori del Brasile, pur con un calo del 24% nei primi sei mesi dell'anno. La quota di mercato italiana è addirittura aumentata (ora è quasi il 3% del totale); tra i settori più promettenti per i prossimi mesi, l'Ice indica le macchine agricole e alimentari, sanità e ambiente: ad esempio sistemi di fognatura e depurazione, riciclaggio e smaltimento dei rifiuti, bonifiche di terreni, generazione di energia con fonti rinnovabili.
Fonte:
Il Sole 24 Ore
Luca Re