Il Brasile è in recessione
03/09/2014
Il governo si difende, e il ministro delle Finanze, Guido Mantega, afferma che non si è veramente in recessione, dato che la disoccupazione non aumenta (dimenticando, però, che il tasso di disoccupazione è un indicatore ritardato del ciclo) – I consumi privati, comunque, tengono ancora in territorio positivo – Sono gli investimenti che scendono.
I Brics (Brasile, Russia, India e Cina) sono il fiore all’occhiello di dinamici paesi emergenti, ma la nomea attualmente si è un po’ appannata. Solo l’India sembra accelerare, dopo l’iniezione di fiducia accordata al nuovo governo Modi. Ma la Russia vede il rublo svalutarsi ed è impegolata nella complessa vicenda ucraina, mentre la Cina è in fase di, sia pur fisiologico, rallentamento. Il Brasile, addirittura, scivola nella recessione, dopo due trimestri di crescita negativa.
Naturalmente il governo si difende, e il ministro delle Finanze, Guido Mantega, afferma che non si è veramente in recessione, dato che la disoccupazione non aumenta (dimenticando, però, che il tasso di disoccupazione è un indicatore ritardato del ciclo). I consumi privati, comunque, tengono ancora in territorio positivo; sono gli investimenti che scendono, così come la spesa pubblica.
Forse le cose si riprenderanno dopo le imminenti elezioni, e le imprese attendono di saperne l’esito prima di fare i piani per le spese in conto capitale. Intanto, la debolezza dell’economia favorisce l’opposizione: vi potrà essere un ballottaggio fra due donne, la presidente uscente Dilma Rousseff e la sfidante Marina Silva.
Durante la presidenza Rousseff la crescita è stata in media del 2%, la metà di quella registrata durante la presidenza del mentore e predecessore della Rousseff, Lula da Silva.
Fonte:
First Online