III Conferenza Italia-America Latina/ Bonino: continua il trend positivo nelle relazioni economiche

09/01/2009

ROMA aise – Ha iniziato il suo intervento in spagnolo il Ministro del Commercio Internazionale, Emma Bonino, che, intervenuta questa mattina alla III Conferenza internazionale Italia-America Latina in corso alla Farnesina, ha voluto così salutare ed omaggiare i numerosi ospiti stranieri giunti a Roma per l’occasione. In italiano, poi, il Ministro ha sciorinato dati sulle relazioni economiche che ci legano ai Paesi al di là dell’Atlantico per fare un quadro della situazione attuale e da lì partire per impostare le azioni future.
Posto che il continente sudamericano sta vivendo uno dei suoi momenti migliori a livello macroeconomico, la Bonino ha spiegato anche che l’Italia non vi esportava così tanto dal 1998.

“Il nostro export in Sud America nel 2006 ha raggiunto i 13 miliardi di dollari”, ha detto spiegando che i punti di arrivo delle nostre merci, per lo più beni strumentali, mezzi di trasporto e prodotti petroliferi raffinati, sono stati, nell’ordine, Messico, Brasile, Panama, Argentina e Bermuda.

Nello stesso anno, il nostro Paese ha importato per 10,8 miliardi di dollari: “se il primo fornitore rimane il Brasile, seguito da Argentina, Perù e Colombia, sta crescendo anche il Cile che – ha detto il Ministro – in dieci anni è passato dal 10,1% al 25,7%”. Dal Sud America, l’Italia compra prodotti metallurgici, agricoli e di caccia, alimenti e bevande.
E se gli investimenti seguono un “andamento altalenante”, il Ministro ha segnalato “tre piste di attività da fare insieme, tenendo presente le eccellenze italiane, a cominciare dalle PMI”: l’internazionalizzazione dei sistemi cooperativi, la valorizzazione dell’imprenditoria femminile, poco valorizzata sia in Italia che in America Latina, il rafforzamento del ruolo della rete delle strutture italiane all’estero, Ice e Camere di Commercio, attraverso cui impostare ed attuare contatti importanti. Insomma, ha concluso, “esistono tutte le condizioni per ridare slancio alle relazioni bilaterali tra l’Italia e i vostri Paesi”.

La disomogeneità del quadro economico del Sud America è stata al centro dell’intervento di Ernesto Ottone, segretario esecutivo aggiunto della Cepal, che ha evidenziato la “immensa eterogeneità reddituale” di un continente le cui entrate sono pari ad un quinto delle entrate dei Paesi Ocse. Diverse le economie, diversa l’estensione territoriale di Paesi che hanno in comune problemi quali la povertà diffusa, la disuguaglianza e l’insufficiente crescita economica, e la carente stabilità dei governi. Tutti “freni trasversali”, ha detto Ottone secondo cui occorre “mettere da parte il vittimismo e promuovere politiche produttive per avviare un progresso tecnico che ci faccia crescere con equità”.

Troppo “deboli”, ancora, le democrazie sudamericane. “Abbiamo bisogno di governance pubblica” ha aggiunto Ottone rilevando “il lungo percorso fatto dall’Italia che noi, oggi dobbiamo studiare per migliorare il nostro debole sistema di integrazione regionale. Ci lega non solo la storia, ma anche il futuro”, ha sottolineato avviandosi alla conclusione che ha voluto pronunciare in italiano: “senza l’Italia la nostra storia è incompleta e la nostra cultura priva di continuità”.

Un continente “autorevole interlocutore di Ue e Nord America” è l’America Latina per Cesare Fumagalli, Segretario generale della Confartigianato, che ha ribadito da un lato la rilevanza delle PMI e, dall’altro, quella del lavoro degli immigrati che scelgono di diventare imprenditori. “In Italia – ha detto – dei 300 mila imprenditori immigrati, 20 mila sono sudamericani, impegnati soprattutto nei piccoli trasporti, nell’edilizia e nei servizi. Sappiamo tutti come creare un’impresa rappresenti il top dell’integrazione per una persona che lascia il proprio Paese”. A loro si rivolge la Confartigianato che guarda con interesse all’imprenditore straniero che “stimola non solo l’economia del Paese dove vive, ma anche di quello da dove è partito”.

Fonte:
(m.c.aise)