II Conferenza sull’AL: Fini, Italia esempio per il Sudamerica
09/01/2009
MILANO aise- E’ stato il ministro degli Esteri Gianfranco Fini a chiudere, ieri, la prima giornata di lavori della Seconda Conferenza nazionale sull’America Latina, che si svolge a Milano.
Lo ha fatto ricordando che l’Italia è un paese in grado di cogliere tutte le potenzialità che offre quel continente grazie al suo “valore aggiunto”: la capacità di ascoltare le altrui esigenze e di mantenere una disponibilità e una presenza continue. In particolare con quella parte del mondo che il nostro paese sente così vicina a dispetto dell’innegabile distanza geografica. Allo stesso modo, la folta presenza sudamericana a questa conferenza testimonia che l’interesse all’approfondimento dei rapporti è reciproco. E anche lui ha ricordato che “le relazioni esterne dell’Unione europea sono il naturale sbocco della diplomazia italiana… la dimensione europea è l’indispensabile complemento delle iniziative italiane.
Proprio essa, del resto, trae dal contributo di iniziative e di idee del nostro paese impulso prezioso. In questo senso la responsabilità dell’Italia è primaria nel colmare quel “deficit democratico cui si è riferito Formigoni”.
Altra responsabilità dell’Italia nei confronti dell’America Latina, deriva da, ed “è direttamente proporzionale all’intensità della nostra amicizia”.
Amicizia che secondo Fini è spontanea e naturale proprio per quello che abbiamo in comune con la cultura e le tradizioni di questi paesi, come noi generosi “di legami solidi e duraturi, testimoniati ed assicurati anche da quelle straordinarie comunità di nostri connazionali presenti ovunque abbiano trovato ospitalità, integrazione, successo”.
Ma non dobbiamo fare lo stesso errore del passato, dice Fini: quello di adagiarci sulla convinzione della indissolubilità di queste relazioni e che sia perciò sufficiente lo stesso sforzo degli altri per ottenere un risultato maggiore. “Credo che dobbiamo collocarci su un piano diverso e qualitativamente più ambizioso”. Il consolidamento della democrazia è la base sulla quale poggiare il dialogo e l’intensificazione dei rapporti tra Italia e America Latina. “E del resto uno sguardo indietro agli ultimi tre decenni ci conferma lo straordinario cammino compiuto dal continente latino-americano su questo versante”.
Il ministro degli Esteri ha poi menzionato il ruolo dell’OSA, l’Organizzazione degli Stati Americani, presente alla Conferenza odierna nella persona del suo Segretario Generale Josè Miguel Insulza, “che va sempre più affermandosi a livello continentale come principale foro di dialogo politico”.
Altra grande questione che torna d’attualità nell’agenda dell’Unione è la ricerca di un vero sviluppo sostenibile, e gli sforzi volti ad esso, che si configura come “la difesa più efficace dalle calamità naturali che proprio in America hanno evidenziato in modo drammatico la loro immane capacità di distruzione”.
Inoltre, la lotta la terrorismo: Fini ha citato ad esempio proprio la Colombia, presente tramite il suo ministro degli Esteri, che ha voluto dare un contributo reale alla lotta la narcotraffico con la legge “Giustizia e pace”. Non una vera amnistia, assicura Fini, interrotto durante il suo discorso da un polemico del pubblico, che ha accusato il ministro di addurre ad esempio di probità una legge appoggiata nientemeno che da Salvatore Mancuso, il capo paramilitare di origini italiane, responsabile di numerosi crimini di lesa umanità: “La posizione del Governo è chiara – dice il ministro degli Esteri -: e per questo non può essere accusato di compiacenza nei confronti di criminali, terroristi e mafiosi: stiamo parlando di una legge complessa che da un lato deve reprimere il crimine e dall’altro si propone di riportare sulla retta via chi si è sottratto per troppo tempo alla legalità, una formula prevista dappertutto in Europa nei confronti di qualsiasi collaboratore di giustizia, per i quali non è mai prevista un’amnistia totale, ma sconti di pena, quelli sì”.
Fini non ha mancato di inoltrare un invito a cogliere le cosiddette “opportunità globali”: una è l’esempio che l’Italia fornisce a tutti i paesi latino-americani in merito al processo di integrazione: “Il continente sudamericano deve seguire questo esempio e afferrare l’opportunità che l’integrazione offre a ciascun popolo, e non solo a livello di élite”. Ed è ancora dalla Comunità Andina delle Nazioni al Mercosur, che dovrebbe provenire l’occasione per il dialogo, e lo sviluppo del legame tra le due parti.
Infine, Fini ha evocato il ruolo positivo dell’Italia nell’attuale dibattito sulla riforma del Consiglio di Sicurezza dell’Onu: “Ridare centralità al Palazzo di vetro significa avere il coraggio di dare riposte multilaterali all’intenzione riformatrice: per questo bisogna avere la consapevolezza che le Nazioni Unite non possono essere concepite a beneficio esclusivo di questo o quel paese, ma sono un patrimonio di tutti”.
Fonte:
AISE
marianna mej