Ict, il mercato tiene ma i prezzi crollano

09/01/2009

Non è la ripresa tanto attesa dell’Ict, ma è un chiaro segno che la situazione è adesso meno drammatica rispetto al recente passato, soprattutto nel comparto delle telecomunicazioni il quale sulla scia del costante successo dei cellulari e dei servizi mobili continua a vivere una stagione di grande crescita.

Il mercato italiano dell’informatica e delle telecomunicazioni (Ict), secondo gli ultimi rilevamenti di Assinform, l’Associazione nazionale produttori di tecnologie e servizi per l’informazione e la comunicazione, è cresciuto, del 2,1% nel primo semestre 2005 e ora il valore ha raggiunto nel nostro Paese i 31.464 milioni di euro.

Bene il comparto delle telecomunicazioni che mette a segno un rialzo complessivo (cioè tlc fisse e mobili insieme) del 2,9% per un totale di 21.821 milioni. A correre è la telefonia mobile. Nonostante i prezzi sempre più bassi dei terminali, il settore è in buona salute grazie soprattutto ai servizi che crescono del 5,6 per cento. E in quest’area risiedono i cosiddetti Vas – Value added service (servizi a valore aggiunto) che spaziano dai costosi servizi di informazione, recente è la polemica sui costi di numeri come 892 892, fino a loghi, giochi e suonerie: oggetti virtuali, molto di moda, venduti a caro e carissimo prezzo anche con modalità non sempre trasparenti come gli “abbonamenti” che, pubblicizzati su molti periodici, con avvertimenti praticamente illeggibili, costringono poi gli utenti, giovani e giovanissimi in particolare a esborsi record e poco controllabili soprattutto nel caso di non maggiorenni.

Sempre nel settore delle telecomunicazioni, la domanda di terminali mobili è cresciuta del 3,1% per un totale di 1.310 milioni. Ed è una conferma che il telefonino è tuttora il più amato dagli italiani. Il comparto va bene e i prezzi medi sono in flessione, a beneficio dell’utenza e del «turnover per obsolescenza» sicché le vendite di cellulari continuano a tirare con ritmi a due cifre.

Per quanto riguarda le infrastrutture, nello stesso comparto il mercato ha fatto segnare il valore di 2.395 milioni di euro, in calo dell’1,8% rispetto al periodo corrispondente dell’anno precedente, quando però era sceso del 7,2 per cento. In quest’ambito si è contratta per la seconda volta consecutiva anche la componente legata alle reti mobili.

Bene anche le connessioni Internet a banda larga e medie (Adsl e fibra ottica): a giugno sono stati contati 5,5 milioni di abbonati, in aumento del 66% rispetto all’anno scorso.
Di più complessa lettura, invece, il dato dell’informatica. Innanzitutto, la semestrale Assinform evidenzia una sempre maggiore distanza tra le dinamiche delle tlc e quelle dell’information technology, nella quale si rileva un traino della componente consumer, mentre quella business denota una certa sofferenza e soprattutto una picchiata dei prezzi che non dà segni di voler rallentare.

L’It ha infatti messo a segno un modesto incremento del 0,4% e ora il settore vale 9.654 milioni. Si registra un vero boom dell’informatica per le famiglie con un successo record delle vendite dei pc domestici, che segnano un rialzo del 40,9% in termini di unità vendute, ma i prezzi da bancarella dei personal, delle periferiche e degli accessori sono tali da abbattere ogni velleità di marginalità dei produttori che quando possono si rifanno con i consumabili (le cartucce per le stampanti) e gli accessori.

Le imprese hanno, invece, rallentato la domanda soprattutto nel comparto dei servizi (-0,5%) confermando gli effetti di una persistente caduta dei prezzi dei sistemi, che ha “vanificato” gli incrementi di vendite in volumi.
E infatti, pur a fronte di un incremento complessivo delle vendite in valore del 6,4%, le consegne in unità, sempre nel primo semestre 2005, sono cresciute del 14,9% per i personal computer e del 5,7% per i grandi server. I pc portatili continuano a mostrare performance di gran livello: con 890.306 computer (+38,5%) venduti nel primo semestre 2005, i notebook infatti si confermano i preferiti da utenti individuali e imprese. A fronte del successo dei pc portatili si registra un calo dell’1,7% dei desktop (905.625 unità). La quota di mercato dei portatili a fine semestre è risultata pari al 49,6% in unità, e quindi doppia rispetto a due anni fa.

In ulteriore sviluppo i «pc server» cioè le macchine con processori Intel o Amd che, sempre più potenti, stanno drenando quote di mercato ai grandi e costosi calcolatori proprietari tipo Unix/Risc. Complessivamente sono stati venduti 84.025 elaboratori tipo x86 con una crescita del 15,4 per cento. Il boom di questi computer si traduce anche in forti risparmi per le imprese che possono avere di più spendendo meno.

I dati Assinform evidenziano dunque che l’informatica vede una domanda effervescente nel comparto delle famiglie. Si nota da una parte la sostanziale tenuta, nonostante il crollo dei prezzi che fa cadere il valore di hardware, software e anche servizi, mentre dall’altra si constata che la crescita è più lenta rispetto alla media europea. E si tratta di un elemento di preoccupazione poiché indica che le aziende italiane innovano poco con inevitabili riflessi sulla competitività dell’intero sistema-paese.

Un allarme in tal senso è stato lanciato dai vertici delle grandi multinazionali dell’informatica: da Microsoft ad Hp, da Ibm fino a Intel, da Sap a Oracle. Un allarme sicuramente interessato, ma che ha dato vita anche a molte iniziative per spingere l’innovazione nelle piccole e medie imprese, ovvero l’area di mercato che è non solo la più promettente quanto a prospettive per i “vendor”, ma anche la più bisognosa di tecnologie a sostegno del business anche alla luce del dettato di Basilea 2.

Fonte:
Il Sole 24 Ore
di Mario Cianflone
27/9/2005