I Brics, paesi sempre meno emergenti

27/07/2012

di Claudia Astarita

Quando è scoppiata la crisi finanziaria internazionale il mondo intero si è convito che, questa volta, sarebbero stati i Paesi emergenti a salvare l'Occidente dal fallimento. Cogliendo al volo l'opportunità di riscattare la loro immagine di eterni numeri due.

Invece nulla è cambiato. E con qualche mese di ritardo i tassi di crescita dei paesi in via di sviluppo hanno iniziato a rallentare, anche se a velocità diverse.
Lo dimostra il nostro grafico della settimana, che illustra in maniera molto chiara l'andamento della crescita da metà 2011 ad oggi. Per i Brics presi singolarmente e per gli emergenti nel loro complesso.

In valori assoluti i risultati migliori si confermano quelli di Cina (8%) e India (6%), visto che il tasso di crescita di entrambe le economie è rimasto al di sopra della media degli emergenti, che sfiora il 6%. Meno virtuosi sembrerebbero invece Russia (4%), Sud Africa (2,6%) e Brasile (2,5%).

Valutando gli andamenti in maniera relativa, però, tutto cambia. Questo non implica la possibilità di considerare le economie russa e brasiliana come più solide di quelle indiana e cinese. Ma è certamente significativo il fatto che se le previsioni per Pechino e New Delhi sono scese quasi del 2% e rischiano di essere ulteriormente ridotte, Mosca ha subito un calo nettamente inferiore. Che ha contribuito a mantenere il tasso di crescita medio degli emergenti più o meno stabile.

Il Fondo Monetario Internazionale ha ribadito appena un paio di giorni fa che la crescita dei Brics nell'ultimo decennio potrebbe aver generato "aspettative troppo ottimistiche relativamente al loro reale potenziale di crescita". Ma avremmo dovuto vederli all'opera senza crisi per capire davvero se il loro sviluppo non è mai stato sostenibile.

Per quanto gli emergenti abbiano mantenuto fino ad oggi tassi di sviluppo invidiabili da una prospettiva occidentale, preoccupa il fatto che le previsioni sul futuro abbiano iniziato ad essere regolarmente tagliate. A volte persino di due punti percentuali. Anche perché i Brics sono paesi in via di sviluppo, in cui basta un tasso di crescita inferiore al 3% per far parlare di crisi.

 

Fonte:
Panorama