Forza Brasile!
27/11/2013
Di seguito pubblichiamo un commento di Pierre Olivier Beffy, Chief Economist di Exane BNP Paribas. L’esperto evidenzia come nei prossimi trimestri l’economia brasiliana dovrebbe essere sostenuta da un incremento della spesa pubblica e dai consumi delle famiglie, elemento che porta ad avere un ottimismo diffuso sulle prospettive del Brasile. L'andamento del mercato valutario nel 2014 e gli impatti che la combinazione dell’attuale politica economica e monetaria brasiliana avrà sul Real sono altri temi molto cari agli investitori che nel 2014 potrebbero così rimanere sorpresi dalla forza della divisa sudamericana.
Lunedì scorso, in occasione di una conferenza svoltasi a Miami, ho avuto l’occasione di incontrare numerosi investitori dell’America Latina, che si sono rivelati abbastanza ottimisti sull'andamento dell'economia brasiliana il prossimo anno. Per quanto riguarda l’outlook economico, gli ultimi PMI Manufacturing e Services ed altri leading indicators indicano un significativo rallentamento dell'economia brasiliana nel Q3, dopo un Q2 che è stato abbastanza robusto. Inoltre, l'alto livello di inflazione, la scarsa competitività del costo del lavoro e le inefficienze del sistema bancario portano ad avere un outlook sulle prospettive strutturali del Brasile prudente. Nonostante questo, ritengo che nei prossimi trimestri l’economia brasiliana dovrebbe essere sostenuta da un incremento della spesa pubblica e dai consumi delle famiglie. Inoltre, quest'ultimi dovrebbero beneficiare di un mercato del lavoro particolarmente dinamico: ad ottobre il tasso di disoccupazione è sceso ancora una volta attestandosi al 5,2% rispetto al 9% di inizio 2009.
Un altro tema che, in occasione della conferenza, mi sono reso conto sia caro agli investitori americani è l'andamento del mercato valutario nel 2014, e soprattutto gli impatti che la combinazione dell’attuale politica economica e monetaria brasiliana avrà sul Real. Nel breve termine, la banca centrale brasiliana continuerà probabilmente a perseguire una politica monetaria restrittiva in maniera abbastanza aggressiva. E infatti questa settimana, il cross USDBRL è sceso fino a 2,29 come conseguenza del probabile rialzo di 50 bps dei tassi, che arriverebbero a toccare quota 10%, in occasione del meeting del 27 novembre.
Ritengo che nel 2014 si registreranno ulteriori rialzi dato che l'inflazione dovrebbe restare inferiore al target della banca centrale brasiliana fino al 2015. Questa situazione potrebbe favorire un rafforzamento del Real l’anno prossimo. Un evento che potrebbe sorprendere i mercati che anticipano un rafforzamento del dollaro vs il Real a 2,36 e 2,47 rispettivamente a 6 e 12 mesi.
Da un punto di vista generale va evidenziato che l'andamento delle valute emergenti nei prossimi mesi dipenderà dai passi avanti compiuti in ogni paese in tema di deficit estero. In particolare, gli investitori dovrebbero tenere in considerazione l'andamento del rendimento del capitale nei rispettivi paesi, cioé quell'indicatore che é stato il migliore per stimare l'andamento delle valute negli ultimi 20 anni.
Nei prossimi due trimestri, il return on capital nei mercati emergenti potrebbe registrare un calo a causa del rallentamento dell’economia previsto in diversi paesi dell'area. In un contesto di tal tipo appare, dunque, probabile una nuova fase di debolezza delle valute emergenti nei prossimi mesi. Ma nonostante cio', il Brasile potrebbe beneficiare di tale situazione qualora gli investitori considerassero la futura debolezza del Real come un vantaggio per le esportazioni brasiliane e se la banca centrale del paese continuasse a perseguire una politica monetaria restrittiva. Bisogna anche tenere presente che le commodity currencies sono relativamente costose, anche se questo non é il caso del Real dato che il tasso di cambio effettivo reale del Real è tornato sui livelli medi degli ultimi 20 anni.
In conclusione, gli investitori americani si sono dimostrati molto interessati al mercato valutario. In particolare, la nostra view, non condivisa dal consensus, di un EURUSD a 1,20 entro la fine dell’anno prossimo ha suscitato molta curiosità. In tale contesto, considerato l’intensificarsi delle pressioni deflazionistiche nell’Eurozona, appare naturale chiedersi se l’Euro possa diventare la nuova valuta da carry-trade. Infatti, dopo mesi di difficoltà, le strategie di carry-trade dovrebbero tornare nuovamente in auge nel 2014.
Fonte:
Finanza.com