Flussi di denaro illecito, Messico e Brasile in testa in America Latina

18/12/2014

Tra il 2003 e il 2012, il Brasile ha generato 217 miliardi di dollari di denaro illecito (frutto cioè di crimini, evasione fiscale e corruzione), classificandosi al settimo posto tra i 145 paesi in via di sviluppo che hanno maggiormente esportato capitali illegali. È quanto emerge da un report del Global Financial Integrity, un istituto di ricerca con sede a Washington.

Il rapporto rileva che, nonostante la crescente consapevolezza in materia, i paesi in via di sviluppo perdono più soldi attraverso i flussi finanziari illeciti (Iff) rispetto a quelli che incassano attraverso gli aiuti e gli investimenti esteri diretti. E gli Iff continuano a crescere a un ritmo allarmante,+9,4 per cento all'anno. Solo nel 2012, il flusso ha raggiunto un record di 991 mld.

Nel complesso, nei nove anni presi in esame, il flusso di denaro illecito è stato pari a 6.600 mld di dollari. Transazioni illegali includono pratiche come la manipolazione dei prezzi all'importazione e all'esportazione, al fine di evitare di pagare le tasse.

 

Fonte:
Il Velino

Secondo il rapporto, la Cina è in anni recenti la prima fonte di denaro illecito: il gigante asiatico ha prodotto 1.250 miliardi di dollari tra il 2003 e il 2012. Russia al secondo posto con 973 mld e Messico al terzo con 514 mld. “Come questo rapporto dimostra, i flussi finanziari illeciti sono il problema economico più dannoso che affligge i paesi in via di sviluppo e gli emergenti”, ha detto il presidente del Global Financial Integrity, Raymond Baker. “Più preoccupante, tuttavia, è il fatto che questi flussi stanno crescendo a un ritmo allarmante del 9,4 per cento l’anno, due volte più veloce rispetto alla crescita del Pil mondiale”, ha continuato Baker. “È semplicemente impossibile raggiungere uno sviluppo globale sostenibile a meno che i leader mondiali si impegnino a risolvere il problema. Ecco perché è indispensabile che le Nazioni Unite includano un obiettivo specifico il prossimo anno di dimezzare tutti i flussi illeciti entro il 2030”.

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