Finmeccanica non corre più da sola per fornire navi al Brasile

17/09/2010

Cattive notizie per Finmeccanica (-1,52% a 8,45 euro a piazza Affari). Il Brasile e il Regno Unito hanno firmato ieri un accordo di cooperazione nel campo della Difesa in base al quale la britannica Bae Systems, azienda leader nel settore delle armi, fornirà navi da guerra al Paese latino americano nell'ambito del suo programma "Global Combat Ship".

Un accordo che fornisce al Brasile l'opportunità di giocare un ruolo significativo nella fase di progettazione e costruzione delle fregate. Bae Systems farà così concorrenza a Finmeccanica, anch'essa in gara per fornire navi da guerra al Paese carioca, notano gli analisti di Banca Akros (rating accumulate con target price a 11,5 euro confermati su Finmeccanica).

Italia e Brasile hanno siglato lo scorso 12 aprile un accordo, poi confermato il 30 giugno, che dovrebbe incrementare i rapporti commerciali tra i due Paesi per un valore tra 10 e 12 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. La stampa aveva scritto che l'Italia era in pole position per fornire al Brasile 4 fregate Fremm e 5 navi da pattuglia nell'ambito di un deal del valore di 5 miliardi di euro.

"In quell'occasione avevamo giudicato eccessiva la valutazione, ritenendo che Finmeccanica potesse aggiudicarsi commesse per circa un miliardo di euro, pari a circa il 50% del valore totale stimato dell'accordo", ha ricordato un analista della banca.

Qualche mese fa, il direttore finanziario della società italiana ha dichiarato che il Brasile potrebbe garantire a Finmeccanica contratti per 3-4 miliardi di dollari nei prossimi due anni e che questi contratti non sono inclusi nel budget della compagnia, che punta a nuovi ordini per 22 miliardi nel 2010.

"Pensavamo che l'accordo tra Italia e Brasile potesse dare a Finmeccanica un vantaggio nella corsa al rifornimento al Paese latino americano", ha spiegato l'analista. Ma la notizia di ieri cambia le cose: il Brasile ha infatti siglato un'intesa praticamente identica con la Gran Bretagna.

 

Fonte:
Milano Finanza