Fiat, prossimo obiettivo Brasile

12/01/2010

Non solo all’Europa occidentale, e non solo agli Stati Uniti, è legata l'espansione futura del gruppo Fiat. Che si basa su due strategie fondamentali: il consolidamento dei mercati amici (su tutti quello sudamericano, a partire dal Brasile) e una penetrazione più redditizia sugli scenari emergenti, che significa Cina, India, Est europeo.

La graduale scalata alle quote, e ai numeri, che Marchionne ritiene vitali per una serena sopravvivenza dell'alleanza italo-americana prevedono naturalmente l'ottimizzazione delle joint-venture e delle sinergie industriali tessute negli ultimi anni dall’ad e dal suo ministro degli esteri, Alfredo Altavilla. Finora gli «altri» mercati hanno dato soddisfazioni modeste, ma entro il 2013 la svolta dovrebbe produrre frutti evidenti.

La gamma dei modelli impegnati in questa mission ambiziosa è la famiglia Palio (prima world car Fiat e prima in assoluto) che verrà drasticamente rinnovata. In primavera debutterà per il Brasile, dove il Lingotto è leader da tre anni, la nuova Uno. Non sorprenda il nome ormai datato (che sarà probabilmente conservato): il modello compatto lanciato nel 1983 continua ad avere grande successo in Sudamerica, per la formula ideale e popolare, oltre che per il prezzo competitivo. Anche lo scorso anno ne sono stati venduti 100mila esemplari e l’edizione 2010 promette ulteriori successi. Al Brasile è destinata anche la rinnovata Palio, sempre compatta e accessibile però più grande e ricca di tecnologie, con uno stile moderno e declinata in numerose versioni. È questo uno dei due modelli che, in Europa, verranno inizialmente prodotti nello stabilimento della Zastava a Kragujevac (Belgrado).

L’obiettivo è costruire 200mila vetture dal 2011, nell'ambito della collaborazione con il governo serbo. E dalle stesse catene di montaggio uscirà la seconda generazione di un altro modello strategico, la Linea, che verrà attualizzata ed è destinata non soltanto ai paesi dell'Est, Russia compresa, ma anche (soprattutto) a India e Cina, dove questa tipologia di auto a «tre volumi», cioè berline classiche, è particolarmente richiesta. La futura Linea avrà quasi certamente anche un destino nordamericano, commercializzata con il marchio Chrysler.

Dopo una serie di alleanze infelici, Fiat è recentemente tornata nell'Impero Celeste con determinazione e la joint-venture con Guangzhou Automotive Company (Gac) è in grado di sfornare inizialmente 140mila vetture e 220 mila motori l'anno. Un nuovo stabilimento verrà realizzato nella città di Changsha, capitale della provincia dello Hunan, ed entrerà a regime nella seconda metà del 2011. Marchionne ha fissato una quota indicativa di 200mila unità a partire dal 2012 e ha già anticipato l'intenzione di produrre in Cina anche le future Jeep.

Entro tre anni, dunque, la presenza del gruppo nei nuovi mercati dovrebbe consolidarsi. Tutti i nuovi modelli disporranno di motori e cambi tecnologicamente evoluti, per rispondere alle normative ecologiche su emissioni e consumi che anche nei mercati meno maturi vengono oggi richieste. Sarà uno dei jolly della nuova famiglia delle world car del Lingotto. Con la Cina, dovrà crescere anche l'India, dove oggi Fiat produce (in accordo con Tata, che cura anche la rete distributiva) Palio, Grande Punto e Linea. Non rientra per ora nei piani del Lingotto una minicar tipo la Nano: saranno Nuova Palio e Linea a lanciare l'offensiva.

 

Fonte:
La Stampa