Fazio e l’occasione mancata

09/01/2009

Tutto come da pronostico. Chi si aspettava un segnale dalla riunione del Cicr, il comitato interministeriale per credito e il risparmio, è rimasto deluso.

Il Governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, si è limitato a sottolineare la correttezza dei suoi comportamenti. Nulla di strano, insomma, nelle autorizzazioni concesse alla Banca Popolare di Lodi (adesso Bpi) nella scalata ad Antonveneta. E nessuna anomalia nelle telefonate notturne, con tanto di bacio in fronte, con il numero uno dello stesso istituto di credito Gianpiero Fiorani.

Ribadisce insomma l’autorevolezza e l’indipendenza dell’authority di palazzo Koch con tanto di sentenza del Tar a suffragare la correttezza del suo ragionamento. Come se non fosse successo nulla.

Non è un giudizio di merito quello che qui interessa. Dimissioni, cambiamento delle regole o autoriforma della Banca centrale. Non è questo il punto. Altre saranno le sedi adatte a decidere.

Si tratta in realtà dell’ulteriore occasione persa per dare un segnale ai risparmiatori, ma non solo. E’ il prestigio del Belpaese, infatti, che è scricchiola. I casi Cirio e Parmalat, prima, e la questione della difesa dell’italianità del sistema bancario, poi, hanno assestato un brutto colpo alla credibilità del sistema economico e finanziario italiano.

Si rischia, insomma, una fuga dei capitali stranieri. Con le aziende d’oltreconfine che non si fidano più a investire in un Paese dove le regole non sono certe e i grandi investitori internazionali che scappano a gambe levate da una Borsa dove il legame tra controllore e controllati è sembrato in più di un’occasione quanto meno oscuro.

Un primo avvertimento in questo senso è arrivato dalle agenzie di rating: con Standard & Poor’s che ha abbassato l’outlook sull’Italia anche in relazione alla questione del Governatore. Adesso l’ultima chance resta il disegno di legge sul risparmio. Nato come risposta agli scandali Cirio e Parmalat, il Ddl ha il compito di fornire una risposta anche alle incongruenze emerse dalla vicenda del risiko bancario.

E, allora , ci si chiede: se per avere una risposta sul primo punto abbiamo dovuto aspettare (senza esito) più di un anno e mezzo quanto è lecito attendersi una replica ancor più forte nell’arco di poche settimane?

Fonte:
Soldi in tasca
ALAN FRIEDMAN
29/8/2005