Expo, 850 buyer esteri visitano il Padiglione “Cibus è Italia”

04/08/2015

Al giro di boa di Expo, i numeri del Padiglione di Federalimentare “CibusèItalia” confermano la vocazione al business to business. Dal palazzo del food, vestito con i bellissimi murales di Felice Limosani, sono passati in tre mesi 850 buyer esteri, di cui 300 organizzati nel programma speciale di incoming di Fiere di Parma e Ice, gli altri in forma indipendente. Il budget del Padiglione è di 15 milioni. Dei 300 del programma speciale, 120 buyer esteri hanno visitato 40 siti produttivi del made in Italy, dal lattiero caseario al pastario, dal confectionary ai salumi. Alcuni buyer indipendenti dal programma hanno comunque scelto di conoscere alcuni stabilimenti. I buyer provenivano, tanto per citarne qualcuno, da Usa, Canada, Australia, Giappone, Serbia, Svizzera, Polonia, Germania, Svezia, Cina, Qatar, Arabia Saudita, Canada, Indonesia, Brasile, Regno Unito. Gli incontri proseguiranno nei mesi di agosto, settembre e ottobre. In particolare, dal 6 al 10 settembre, è atteso l’arrivo di una nutrita delegazione di buyer dagli Stati Uniti, il 15 settembre è il turno di Corea e Giappone. Il programma di incoming, approntato da Fiere di Parma, in collaborazione con Ice, prevede che alla fine di Expo siano circa 2mila i buyer esteri partecipanti agli incontri. Dicono da “Cibus è Italia” che i buyer hanno incontrato i manager di gran parte delle 420 aziende espositrici, e, per quanto sia possibile sapere, hanno firmato numerosi contratti.

«CibusèItalia è stato un crescendo – spiega Antonio Cellie, ad di Fiere di Parma e organizzatore del Padiglione del food -. È una sorta di Cibus che dura sei mesi: il sogno di tutti gli organizzatori. In più questa straordinaria esperienza di Expo ci consente un balzo dei ricavi negli anni dispari, ci permette di profilare ancora meglio i buyer esteri e risulta determinante anche per Cibus 2016: abbiamo già l’overbooking».
Alcuni operatori però ritengono “CibusèItalia” troppo statico e collocato in un’area di Expo penalizzante. «Il nostro è un pubblico business – osserva Cellie – Il percorso interno non è freddo ma è preparatorio alla terrazza, dove si svolgono gli incontri Btb, che è l’aspetto che conta davvero. Quanto alla collocazione a Est di Expo, paradossalmente questo ci ha protetto dalla folla, ma la viabilità difficile è indubbiamente un elemento di debolezza». Quale invece l’opinione degli espositori? Lisa Ferrarini (che ha anche il punto vendita Casa Ferrarini nel Padiglione Italia) osserva che nei primi 3 mesi «l’esperienza Expo è molto positiva: è una vetrina eccezionale. Spero però che i flussi di turisti in agosto non calino, e arrivino quelli dall’estero». Sui contratti con i buyer esteri, Ferrarini frena: «Non ne abbiamo visti». Anche Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Parmigiano reggiano, concorda con Ferrarini sull’esperienza positiva di Expo. Anche se «i ritorni dell’operazione sono stati inferiori alle aspettative. Forse anche per la posizione defilata di “CibusèItalia” e il caldo di luglio. Sul territorio abbiamo avuto dei contatti con vari buyer e anche dei contratti. Aspettiamo però la fine di Expo prima di tirare le somme».

 Fonte: blog.ilSole24Ore.com