Europa, ripresa fragile. E il motore Usa non crea lavoro

09/01/2009

BRUXELLES – Segnali di rallentamento nell’economia, sia in Europa che negli Stati Uniti. La Commissione di Bruxelles ha rivisto al ribasso le previsioni per il terzo trimestre del 2004, cioè da luglio a settembre, riferite a Eurolandia. E’ un piccolo ritocco: la nuova stima stima prevedeva un incremento del pil (prodotto interno lordo) tra lo 0,3 e lo 0,7%, contro una forcella iniziale compresa tra lo 0,4 e lo 0,8%.

Le cose, però, non dovrebbero cambiare su base annua, come ha riferito il portavoce di Joaquìn Almunia, Commissario agli Affari economici. Il 2004 dovrebbe chiudersi con una crescita pari all’1,7%, riferita sempre all’area dei dodici Paesi con la moneta unica. Ma anche altre fonti indicano che la ripresa procede con un ritmo lento.

Il rapporto congiunto di tre istituti di ricerca, l’italiano Isae, il francese Insee e il tedesco Ifo, mostra che la sequenza dei dati sul pil punta verso il basso. Nel primo trimestre dell’anno, la crescita è stata pari allo 0,6%; ma nella seconda parte del 2004, sostengono i ricercatori dei tre centri di ricerca, si frena: più 0,4% nel terzo e nel quarto trimestre. A fine anno il pil, secondo questi calcoli, sarà salito dell’1,8%. Resta in tensione l’inflazione, con un tasso previsto del 2,1% (sempre zona euro).

L’analisi Isae, Insee e Ifo si basa su una graduale discesa del prezzo del petrolio, fino a 31 dollari al barile. Oggi il greggio è quotato circa 40 dollari al barile, ma si stanno creando le condizioni politico-economiche per arrivare a una riduzione dei prezzi. L’Opec, il cartello dei Paesi produttori, ha deciso ieri di aumentare l’offerta di 500 mila barili al giorno, a partire dal primo agosto. E’ stata annullata, quindi, la riunione convocata per il 21 luglio nella quale si sarebbe dovuta prendere una decisione.

La mossa dei «signori del petrolio» avrà un effetto, naturalmente, anche sull’economia americana, il cui sviluppo procede a strappi: a giugno la produzione industriale è diminuita dello 0,3%, contro un incremento dello 0,9% di maggio. Nello stesso tempo, nella settimana dal 3 al 10 luglio, 349 mila nuovi disoccupati si sono presentati nelle liste degli aventi diritto al sussidio, un po’ di più di quelli attesi dagli economisti.

Corriere della Sera