Euro, nuovo record: 1,2929

09/01/2009

Ma è soprattutto la moneta Usa che
continua a essere molto debole, anche
nei confronti dello yen e della sterlina:
per il differenziale dei tassi gli investitori
snobbano il biglietto verde.

È sempre più supereuro sul mercato dei cambi, con la valuta unica che oggi per la prima volta nella sua storia è salita sopra quota 1,29 contro dollaro, con un nuovo record storico a 1,2929. Ma, al tempo stesso, sarebbe più opportuno forse dire che è sempre più supersterlina, sempre più superyen, per non parlare del ‘superdollarò australiano, che è la divisa che più di tutte ha guadagnato contro il biglietto verde negli ultimi dodici mesi. Anzi, sarebbe più corretto parlare essenzialmente di minidollaro, in quanto è proprio la debolezza della valuta statunitense a rendere “super”, oggi come oggi, le altre maggiori valute di riferimento. Prova ne sia che in base alle quotazioni odierne il dollaro è sceso ai valori minimi dal lontano 1995 nei confronti di un basket di valute che comprende l’euro, lo yen, la sterlina, il franco svizzero, il dollaro canadese e la corona danese.

Alla base di questa situazione c’è fondamentalmente il
differenziale nei tassi, in quanto il costo del denaro negli Usa
è attualmente ai livelli più bassi da 46 anni, all’ 1% sui Fed
Funds, con la conseguenza che gli investitori snobbano gli asset denominati in dollaro. Una conferma di questa situazione si è avuta per certi versi proprio ieri, all’atto della
comunicazione da parte del Tesoro statunitense dell’andamento delle compravendite di azioni, titoli di Stato ed emissioni societarie espresse in dollari da parte di investitori stranieri, che ha registrato a dicembre un saldo positivo per circa 76 miliardi di dollari, inferiore a quello del mese precedente.

Proprio la relativa difficoltà che incontrano attualmente gli Stati Uniti a finanziare il vistoso deficit corrente con l’ afflusso di capitali spiega, almeno in parte, la perdurante crisi del dollaro, ed è dovuta appunto al differenziale fra i tassi. C’è adesso chi ipotizza un ribasso del costo del denaro da
parte della Bce, considerato anche che la Banca centrale europea ha formulato valutazioni ottimistiche proprio di recente circa l’ andamento dell’ inflazione. E va notato che le aziende europee cominciano a soffrire con sempre maggiore evidenza per questa situazione; oggi ad esempio Volkswagen ha comunicato per il quarto trimestre un forte ribasso – il 60% in meno – dell’utile, per via appunto anche di supereuro.

Va tenuto conto inoltre del fatto che sempre oggi, dopo aver aggiornato il massimo storico contro dollaro, l’ euro ha ritracciato (è scambiato adesso attorno a 1,2880) dopo la presa di posizione del portavoce del Governo francese, che ha sottolineato l’ attenzione che i Governi europei pongono nei confronti della quotazione della divisa unica, in quanto l’ «instabilità» del rapporto di cambio con il dollaro rappresenta «un problema». Proprio il divario fra i tassi nelle diverse aree, al di là delle considerazioni sull’ effettiva solidità della ripresa
economica Oltreoceano, è alla base quindi della situazione
attuale. Infatti la sterlina, con la Banca d’ Inghilterra che
proprio di recente ha innalzato il costo del denaro (e
probabilmente lo farà ancora a maggio), è salita oggi a nuovi
massimi ultradecennali contro il biglietto verde, a quota
1,9128.

Il Sole 24 Ore 18/2/2004