Emergenza energia sul tavolo dei Grandi

09/01/2009

di Vladimir Sapozhnikov

MOSCA – Le forniture di gas russo all’Europa sono in calo: per far fronte all’emergenza l’Italia potrebbe essere costretta a togliere i sigilli alle riserve strategiche ed è anche in bilico il delicato compromesso tra Russia e Ucraina sul problema delle esportazioni verso i Paesi europei; tra tensioni e accuse reciproche si apre domani a Mosca il G8 finanziario, che dovrà affrontare il tema della sicurezza energetica globale.

La Russia, presidente di turno del G8 per tutto il 2006 (è la prima volta in assoluto), dovrà far fronte alle crescenti pressioni dell’Unione europea, affiancate dagli Stati Uniti, dal Canada e dal Giappone, che si rivolgeranno con un appello al Cremlino, affinché rispetti gli impegni assunti nell’ambito del stabilità energetica del Vecchio continente. Il problema era stato già affrontato senza la Russia a Londra dai ministri delle Finanze del G7.

La «Guerra del gas» tra Russia e Ucraina (attraverso il territorio di questa Repubblica ex sovietica transita l’80% del gas esportato nella Ue) ha messo in evidenza non soltanto la crescente dipendenza dell’Europa dalle forniture di metano siberiano, ma ha danneggiato l’affidabilità della Russia agli occhi dei consumatori internazionali. Ci si aspetta che al summit finanziario i maggiori Paesi industrializzati offrano alla Russia un pacchetto di proposte economiche e finanziarie concrete, volto a liberalizzare l’industria del gas russa, in modo da garantire anche una maggiore sicurezza energetica dei Paesi europei.

A Mosca un memorandum, presentato lo scorso gennaio dalla Francia all’Ecofin, sarà affiancato da un «position paper» italiano, che proporrà alla Russia alcuni incentivi finanziari per potenziare gli investimenti nelle infrastrutture dell’industria dell’energia. La posizione congiunta dei Paesi europei, sintetizzata nei documenti francese e italiano, prevede la richiesta di concludere con la Russia contratti di fornitura di gas a lungo termine e auspica l’elaborazione immediata di «un quadro normativo, destinato a facilitare il mantenimento di un importante livello di investimenti nelle infrastrutture». In cambio di un contratto di fornitura di lungo periodo, la Francia sarebbe pronta a fare da tramite, per far arrivare in Russia delle risorse finanziarie miliardarie della Banca mondiale e di alcune altre organizzazioni finanziarie internazionali, da investire nella costruzione dei nuovi gasdotti. In primo luogo dovrà essere accelerata la costruzione del cosiddetto Baltic transport system, un gasdotto che attraverso il Mare Baltico dovrà collegare la Russia direttamente alla Germania, evitando percorsi per i Paesi terzi.

Stando alle stime dell’Agenzia internazionale per l’energia, «entro il 2030 il consumo mondiale dell’energia aumenterà di circa il 60% con i due terzi di questo incremento a carico dei Paesi emergenti e in via di sviluppo». I maggiori rivali dell’Europa nella corsa all’energia russa sono Cina e India. Nello stesso periodo la dipendenza energetica della Ue verso la Russia e altri Paesi fornitori aumenterà ancora del 50-70 per cento. Come conseguenza, la politica europea nel breve periodo dovrà puntare ad assicurare la continuità delle forniture di gas in caso di anomalie climatiche estreme (in questi giorni la Russia, dal Baltico al Pacifico, deve far fronte a una nuova ondata del freddo polare, con le temperature che di notte a Mosca scendono a meno 30 gradi), o di interruzioni temporanee di approvvigionamento. Successivamente, nel medio e nel lungo periodo, bisognerà disporre di fonti diversificate, il che significa lo sviluppo delle reti tra i Paesi europei e l’incremento del numero dei rigassificatori. In questo contesto al G8 finanziario i Paesi europei auspicheranno il rilancio dei negoziati tra Bruxelles e Mosca su quella parte della Carta dell’energia che riguarda la libertà di transito e l’accesso non discriminatorio alle infrastrutture energetiche.

La globalità del dossier energia lascerà poco spazio al dibattito su altri argomenti scottanti, tra cui la lotta alle malattie infettive, al riciclaggio e ai finanziamenti del terrorismo internazionale. Infine le fonti vicine al summit non hanno escluso la possibilità che il tema del mercato dei cambi, compreso il regime del renminbi cinese, potrebbe essere affrontato a margine dei lavori di venerdì e sabato a Mosca dai rappresentanti degli Stati Uniti e della Cina. Per la prima volta la Russia, presidente di turno del G8, ha allargato l’invito a Brasile, a Cina, a India e a Sud Africa.

Fonte:
Il Sole 24 Ore