Edoardo Pollastri è il nuovo Presidente di Assocamerestero
09/01/2009
Già Parlamentare per la Circoscrizione Estero per il Sud America, insiste sulla legge finanziaria: “Deve fare di più per promuovere il Made in Italy sui mercati internazionali”
Il senatore Edoardo Pollastri è il nuovo Presidente di Assocamerestero, l’associazione delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE). E’ stato eletto oggi a Lecco dal Consiglio generale dell’Associazione, organizzato nel quadro dei lavori della XV Convention delle CCIE. Vicepresidente è stato eletto Augusto Strianese, Presidente della Camera di Commercio di Salerno. Nel consiglio entrano anche Alessandro Barberis, Presidente della Camera di Commercio di Torino, e Mario Boselli, Presidente della Camera Nazionale della Moda e della Camera di Commercio Italo-Slovacca.
Edoardo Pollastri è nato ad Alessandria nel 1932. Imprenditore e commercialista, è Presidente della Camera di Commercio Italiana in Brasile e negli ultimi anni ha ricoperto la carica di Presidente vicario per Assocamerestero. Nello scorso aprile è stato eletto Senatore nella Circoscrizione estera dell’America Meridionale per il gruppo dell’Ulivo.
Nel suo discorso d’insediamento ha più volte parlato della finanziaria, che deve “porre maggiore enfasi sull’aspetto relativo alla promozione all’estero, come fattore in grado di alimentare effettivamente il ‘radicamento’ delle nostre imprese sui mercati mondiali. Non è solo una questione di bilancio ma anche di strutture e di capacità di pianificazione, nella direzione di un più stretto collegamento funzionale tra i diversi soggetti che operano in questo settore”.
Pollastri ha messo in luce l’apporto fondamentale che le Camere di Commercio Italiane all’Estero danno all’economia italiana per far conoscere nel mondo il Made in Italy. “Siamo una rete fiduciaria per interagire in modo costante con i mercati esteri – ha spiegato. “Nel 2006 stiamo realizzando circa 2000 azioni progettuali per un valore di circa 44 milioni di euro, praticamente quadruplicando quanto lo Stato ci dà come cofinanziamento. Possiamo dunque ritenere legittimamente che tale quota costituisca un vero investimento fruttuoso che il governo fa per promuovere il Made in Italy. Il cofinanziamento statale partito dal 48% nel 2000 ora è a meno 30%. Questo sta creando fortissime tensioni sul versante della tenuta economica e finanziaria delle CCIE e rischia di compromettere la nostra apprezzata attività di servizio alle imprese”.
Fonte:
Italplanet