Gruppo L'Espresso e Italiana editrice insieme hanno tre quotidiani nazionali – c'è anche Il Secolo XIX – e 18 locali: ricavi per oltre 750 milioni
Nasce un nuovo super polo dell'editoria italiana con la fusione tra il gruppo della Repubblica, l'Espresso, e Itedi, la controllata della Fiat con la Stampa e il Secolo XIX, partecipata anche dalla famiglia Perrone. Un gruppo editoriale con testate storiche, che dai dati 2015 conta 5,8 milioni di lettori, 2,5 milioni di utenti unici giornalieri sui siti di informazione, e ricavi per 750 milioni.
Nell'operazione Fca uscirà dall'editoria per concentrarsi sull'auto, cedendo ai propri azionisti sia le quote in Rcs, oggi pari al 16,7%, e sia quelle dell'Espresso ricevute grazie alla fusione.
Cir scenderà dal 54% posseduto oggi nell'Espresso al 43% del nuovo gruppo.
L'azionista di Fca, Exor avrà a sua volta il 5% del nuovo gruppo e intende definire un accordo con la holding della famiglia De Benedetti.
Il riassetto esprime così anche un'alleanza tutta nuova tra famiglie con l'editoria nel sangue, e giunte ormai alla seconda generazione. E proprio questa seconda generazione è stata alla regia dell'operazione, che ha visto impegnati direttamente John Elkann e Rodolfo De Benedetti, affiancato da Monica Mondardini.
Rispetto invece a Rcs, la holding degli Agnelli vuole dismettere la quota che riceverà con la distribuzione ai soci della partecipazione in mano a Fca, si prevede sia nell'ordine del 5%, e ha già annunciato di voler realizzare la cessione "in linea con le prassi di mercato". Significa cioè che non verrà cercato un singolo azionista compratore ma le modalità di vendita, ancora da definire, dovrebbero essere comunque tali da non perturbare l'andamento del titolo per volumi e prezzi.
Rispetto all'impegno nel gruppo del Corriere della Sera, Fca ha anche segnalato che con l'operazione giunge a compimento il ruolo svolto in Rcs "per senso di responsabilità nel corso di oltre quarant'anni, che ha permesso di salvare il gruppo editoriale in tre diverse occasioni", assicurando alla Rizzoli le risorse finanziarie necessarie a garantirne l'indipendenza e preservarne l'autorevolezza.
La famiglia Perrone, che dopo l'unione tra La Stampa e il Secolo XIX è al 23% di Itedi – Fca ne ha il 77% -, avrà il 5% del nuovo Espresso con un impegno che, ha preannunciato il capofamiglia Carlo Perrone, sarà "di lungo termine". L'intero riassetto dovrà venir approvato entro fine giugno con la firma degli accordi definitivi, che fisseranno anche il concambio, e il perfezionamento della fusione è invece atteso nel primo trimestre 2017. La società resterà quotata alla Borsa italiana e già è stato chiarito che si vuole mantenere la "piena indipendenza" delle singole testate coinvolte.
La fusione, hanno spiegato Espresso e Itedi, presenta un significativo valore industriale, puntando a integrare due gruppi con attività complementari realizzando crescenti economie di scala. Grazie a un'offerta completa di contenuti multimediali e di servizi di informazione su carta e digitale, hanno spiegato, avrà la forza patrimoniale e le dimensioni per rispondere alle sfide del settore, promuovendo progetti innovativi e originali per una molteplicità di piattaforme.
È "guardando al futuro che oggi annunciamo questo nuovo gruppo editoriale", un "avvincente progetto imprenditoriale nel mondo dei media e un atto di fiducia nei confronti dei giornali", ha affermato John Elkann, segnalando che avrà la missione di "guidare e se possibile anticipare i cambiamenti che continueranno a emergere a ritmo incessante nel nostro settore".
L'operazione "dimostra l'impegno di lungo periodo di Cir, del suo management, della mia famiglia e mio personale nello sviluppo del Gruppo Espresso", ha affermato il presidente Cir Rodolfo De Benedetti, segnalando anche di avere "fiducia nelle prospettive del Gruppo". Con la Stampa e il Secolo XIX l'Espresso "si rafforzerebbe ulteriormente, riaffermando il proprio primato nella stampa quotidiana italiana", ha segnalato l'A.d Cir Monica Mondardini, anticipando anche "il necessario processo di aggregazione del settore editoriale italiano". "La missione di questa casa è sempre stata l'editoria, al servizio di una crescita civile del Paese. Con questa operazione l'impegno viene riconfermato e accresciuto", ha affermato il presidente dell'Espresso Carlo De Benedetti.
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