Draghi: subito riequilibrio dei conti, alzare l’età pensionabile
09/01/2009
Roma, 17 lug. (Apcom) – La ripresa economica c’è, la fase congiunturale è favorevole al punto tale da poter procedere subito al riequilibrio dei conti con la riduzione del disavanzo ed il raggiungimento del pareggio di bilancio, “essenziale per un rapido e significativo abbattimento del debito pubblico”. Cosi’ come “cruciale” è l’intervento sulle pensioni, con l’allungamento dell’età pensionabile, e fondamentale, per aiutare lo sviluppo, è un taglio della pressione fiscale, arrivata ormai ai livelli massimi degli ultimi decenni. I programmi del governo nel Dpef 2008-2011 “confermano l’obiettivo del pareggio di bilancio nel medio periodo” ma per il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, “rinunciano a sfruttare il miglioramento delle previsioni tendenziali per accelerarne il conseguimento”. Circa la metà degli interventi correttivi necessari per raggiungere il pareggio del bilancio “è rinviata all’ultimo anno dell’orizzonte di programmazione”.
Eppure, ha spiegato il governatore davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, “l’esperienza suggerisce di utilizzare le fasi favorevoli del ciclo per operare una decisa riduzione del disavanzo”. Quindi ogni discussione sull’utilizzo del tesoretto è superflua: anche il termine “è fuorviante. Con il nostro debito pubblico, con un disavanzo strutturale pari al 3%, con oneri significativi attesi per i prossimi anni a causa delle prospettive demografiche, non esiste un tesoretto da spendere. La produzione industriale è in ripresa. L’economia italiana si sviluppa a tassi in linea o addirittura superiori a quelli stimati come potenziali, con un pil atteso a +2% nella media del 2007 e +1,7% nel 2008. La ripresa dell’attività produttiva, sostenuta dalle esportazioni e dagli investimenti come nei trimestri precedenti, trae sostegno dall’accelerazione della spesa delle famiglie.
Ma la crescita va sostenuta anche attraverso una riduzione della pressione fiscale, arrivata “in prossimità dei valori massimi degli ultimi decenni”, al 42,8% per il 2007. Per un riequilibrio duraturo dei conti pubblici sono cruciali anche le scelte in materia di pensioni, in un paese in cui il rapporto tra ultrasessantenni e popolazione in età da lavoro, pari al 42% nel 2005, raddoppierà nel 2040. Draghi non è contrario all’aumento delle pensioni minime, ma “nella situazione demografica che si prospetta per i prossimi decenni” sono necessarie scelte coraggiose volte a elevare l’età.
Fonte:
La 7.it