Dopo gli Usa, focus sul Brasile. Così Gavio cambia pelle al gruppo
07/07/2017
Affari Italiani – 7 luglio 2017
Dopo gli Usa, focus sul Brasile. Così Gavio cambia pelle al gruppo
Anche i Gavio, con l’acquisizione del controllo di Halmar, pronti a beneficiare del piano di Trump per rilanciare le infrastrutture Usa
Anche gli eredi Gavio fanno rotta verso gli States: per quanto all’annuncio di un piano da 2 triliardi di dollari di investimenti in infrastrutture nei prossimi otto anni da parte del presidente Donald Trump non sia ancora seguito alcun atto concreto, anche il gruppo italiano, che oltre alla gestione di infrastrutture con Astm è anche interessato al business delle costruzioni con Itinera, ha deciso di fare il suo ingresso nel mercato nordamericano. Itinera ha infatti rilevato il 50% di Halmar, società statunitense con un portafoglio ordini del valore di mezzo miliardo di dollari ed un volume d’affari di 250 milioni nel 2016, per un controvalore di 60 milioni di dollari.
Grazie agli accordi di governance raggiunti, agli imprenditori di Tortona andrà anche la gestione della società, tra le cinque maggiori imprese di New York nel settore delle costruzioni di infrastrutture per il trasporto che punta a raggiungere entro il 2021 un fatturato annuo di 450 milioni (+80% dai livelli attuali) con una marginalità media del 6% (ossia di circa una trentina di milioni di dollari l’anno). Per ora si tratta di una piccola operazione (Astm ha chiuso il 2016 con 1,21 miliardi di euro di fatturato e un utile netto di 45,7 milioni) e infatti la reazione del mercato azionario, pur positiva, non è stata eclatante, col titolo che oscilla anche stamane poco sopra i 15 euro per azione (con un guadagno del 56% rispetto a 12 mesi fa, ma ancora in rosso di un 2% abbondante rispetto a venerdì scorso).
Halmar, tuttavia, è impegnata nella realizzazione di una decina di progetti negli Stati Uniti e potrebbe consentire ai Gavio di rafforzare nel tempo un business, quello delle costruzioni, in cui gli eredi di Marcellino dimostrano di credere, visto che nei mesi scorsi si era arrivati all’internalizzazione integrale di Itinera in Astm. L’operazione va dunque inquadrata in un’ottica strategica e infatti in un’intervista lo stesso Beniamino Gavio conferma come la nuova rotta del gruppo guardi al settore delle infrastrutture di trasporto (strade, autostrade, ferrovie, metropolitane, aeroporti, ponti e viadotti) con rinnovato interesse in particolare per le attività Epc (Engineering, Procurement & Construction) sia per la realizzazione degli attesi programmi di investimento infrastrutturale negli Usa destinati ad essere assegnati a Ppp (Private public partnership, partnership pubblico-private).
Il gruppo Gavio può del resto far leva sul know-how sviluppato in questi anni, Italia e nel mondo, attraverso la partecipazione a operazioni di progettazione, realizzazione e gestione di progetti di elevata complessità. Tramite Astm e Sias i Gavio sono i quarti gestori di autostrade a pedaggio al mondo con circa 3.320 chilometri di rete, di cui circa 1.460 chilometri in Italia km di rete e, tramite il co-controllo di Ecorodovias, circa 1.860 chilometri in Brasile. Proprio in Brasile potrebbero a breve esservi ulteriori sviluppi, visto che si registra un incremento “significativo” del traffico negli ultimi mesi e che, secondo Gavio, si potrebbe arrivare al consolidamento della maggioranza di Ecorodovias.
In ogni caso il gruppo, presente anche in Europa, Medio Oriente e Africa, intende continuare a crescere all’estero anche per garantire una adeguata diversificazione geografica del gruppo, che vuole diventare un operatore globale nel settore delle infrastrutture di trasporto.
Quanto all’Italia, premesso che la fusione tra Astm e Sias non è all’ordine del giorno, il gruppo tortonese sembra puntare più a un consolidamento della propria presenza che a un’ulteriore espansione, sia nel campo delle costruzioni, dove Itinera è uno dei principali general contractoritaliani, sia delle concessioni. Insomma: come già altri imprenditori anche i Gavio sembrano credere maggiormente alla possibilità di ripresa e di espansione del proprio business sui mercati esteri e non tanto sulle attività italiane.
Inevitabile, del resto, quando si parla di un paese, l’Italia, che continua a non avere significative prospettive di ripresa nel prossimo futuro (Fitch negli scorsi giorni ha ribadito come l’Italia dimostri di avere una crescita potenziale a lungo termine pari solo allo 0,4% annuo), complice il consistente calo di produttività registrato nell’ultimo decennio da quello che una volta era un “bel paese”. Chi può, come i Gavio, la crescita deve dunque cercarla all’estero e quale migliore occasione che uno sbarco negli Usa in tempo per approfittare dei programmi d’investimento di Trump.
Luca Spoldi
Fonte: http://www.affaritaliani.it/economia/dopo-gli-usa-focus-sul-brasile-cosi-gavio-cambia-pelle-al-gruppo-488982_pg_1.html