Diventa più ricco il paniere dei Dop

09/01/2009

ROMA Entro il 2005 almeno 300 nuovi prodotti agroalimentari dovranno ottenere il riconoscimento comunitario o la tutela dei marchi collettivi. É questo l’impegno preso a Roma dalle 69 Camere di commercio estere che operando in 42 Paesi nel mondo utilizzano tutti gli strumenti per qualificare le produzioni tipiche.

L’obiettivo è di tutto rispetto – ha sostenuto Ugo Girardi direttore dell’Istituto nazionale distribuzione e servizi di Unioncamere – se si tiene conto che a tutt’oggi sono 638 le Dop/Igp complessivamente registrate a livello comunitario e che l’Italia con 134 prodotti già registrati ha superato, seppur di una sola lunghezza, la Francia.

Un obiettivo raggiungibile fra un anno – ha detto ancora Girardi – anche grazie all’apporto delle Cdc nel mettere in rete l’immagine italiana all’estero ed agli aiuti ministeriali, regionali e comunali. A patto, però, che la Pa garantisca agli operatori la semplificazione amministrativa.

Nel frattempo le CAMERE DI COMMERCIO ESTERE continueranno a lavorare come integratori di sistema per promuovere i nostri prodotti senza trascurare l’importanza di utilizzare tutti gli strumenti per la qualificazione commerciale attraverso la tracciabilità, i marchi collettivi, il made in Italy le Dop e gli Igp. Un traguardo raggiungibile se si punterà alla valorizzazione del binomio impresa-territorio, al contributo che potranno offrire i ristoranti italiani all’estero e al forte richiamo turistico-culturale che il Belpaese può vantare.

Nel corso del vertice romano le Cdc estere hanno sostenuto l’importanza di attivare una rete internazionale di monitoraggio commerciale, di protezione e tutela delle produzioni made in Italy. Sicché per Girardi occorrerà favorire le politiche di filiera e le aggregazioni dell’offerta stimolando la nascita dei consorzi di commercializzazione e dei distretti agroalimentari di qualità.
E tutto ciò anche in vista della concorrenza che eserciteranno i nuovi 10 partner comunitari e dei budget di spesa a loro riservati.

Insomma, per rilanciare ancor di più all’estero l’agroalimentare made in Italy non si può rinunciare all’aiuto del sistema camerale.

Il suo il vice presidente, EDOARDO POLLASTRI, non ha dubbi in proposito poiché – ha sostenuto – non c’é nessun sistema radicato all’estero come le Cdc e la rete promozionale creata è davvero eccezionale. ha aggiunto Pollastri precisando però .

Il Sole 24Ore Michele Menichella