Decreto fiscale in Aula, scontro sulla fiducia

09/01/2009

Forza Italia: se ci fosse sarebbe un gesto di prepotenza e debolezza. I Ds: non è escluso che venga posta venerdì o martedì

ROMA – Dopo il primo sì ottenuto martedì nelle votazioni sul decreto fiscale, quando l’aula di palazzo Madama ha approvato i presupposti di urgenza del provvedimento (e senza bisogno da parte della maggioranza di far ricorso al voto di fiducia) – inizia oggi la fase cruciale per il collegato alla Finanziaria. Il testo, che contiene fra l’altro tutte le nuove disposizioni in materia di lotta all’evasione fiscale è all’esame dell’aula e si tratterà di capire come si concluderà la battaglia sugli emendamenti tra maggioranza e opposizione. Il governo ha intanto ottenuto un altro risultato positivo incassando un nuovo sì, dopo quello sui presupposti d’urgenza, con il voto contrario alle pregiudiziali di costituzionalità presentate dall’opposizione. I senatori potranno così ora affrontare i contenuti del decreto e passare all’esame degli ementamenti.

ATTACCO AI SENATORI A VITA – Il via libera alla discussione è arrivato con 154 voti favorevoli alla pregiudiziale (e alla sospensiva) e 160 contrari; la maggioranza richiesta era di 158. La Cdl ha polemizzato contro i senatori a vita (ne erano presenti 5 su 7) che hanno espresso un voto contrario. Dopo il secondo voto la protesta è partita da Francesco Storace che ha urlato «viva i senatori a vita, vergogna». Un applauso ironico, dai banchi del centrodestra, si è levato contro Ciampi, Cossiga, Levi Montalcini, Colombo e Scalfaro. Si è anche alzato un coro, «vergogna», che ha visto tra i più attivi i forzisti Quaglieriello, Guzzanti e Ombretta Colli. Immediata la replica della maggioranza: «C’è un fatto, soprattutto, che li fa imbestialire e lo capisco, abbiamo vinto con uno scarto tale che anche se i senatori a vita non fossero venuti avremmo vinto comunque – sostiene la capogruppo ds Anna Finocchiaro -: ancora una volta la loro spallata è stata evidentemente rinviata dalla compattezza della maggioranza».

«PREPOTENZA E DEBOLEZZA» – La Cdl punta in ogni caso a serrare le fila e a provare adare la «spallata» al governo contando su qualche assenza e defezione nei banchi della maggioranza. E avverte che non sarebbe tollerabile che sul decreto il governo ponesse la fiducia, come invece sembra accertato avverrà alla Camera sul testo della Finanziaria. Renato Schifani, di Forza Italia, definisce l’eventuale ricorso alla fiducia «un gesto di prepotenza, ma anche di debolezza politica» e ancora «l’ennesimo blitz di questa maggioranza contro la democrazia parlamentare». La Cdl, riferisce Schifani, presenterá non più di 100 emendamenti al decreto fiscale «proprio per non fornire alcun alibi al governo». Il ricorso alla fiducia non viene escluso dal ds Antonio Cabras, secondo cui questa potrebbe essere posta nelle votazioni di venerdì o martedì prossimo perché «dobbiamo andare avanti velocemente, realizzando la manovra economica del governo».

APERTURE DALLA LEGA – La battaglia, insomma, è appena iniziata. Anche perché sul fronte politico si delinea anche un possibile disimpegno nella battaglia da parte della Lega Nord che attraverso Francesco Speroni, da sempre uno dei «colonnelli» di Bossi, ha fatto sapere di essere pronta a valutare un appoggio esterno al governo in cambio di un impegno concreto sul federalismo.

Fonte:
Corriere della sera
16 novembre 2006