Dall’Italia al Brasile, solo andata
09/01/2009
di Edoardo Pollastri
1875-2005: 130 anni di storia italiana in Brasile – Oggi in Brasile si contano circa 25 milioni di oriundi italiani, ormai affermati nel mondo dell’economia come nella politica
L’emigrazione italiana festeggia nel 2005 un importante anniversario: 130 anni fa, infatti, gli Italiani hanno cominciato a guardare con maggiore attenzione al Sud del continente americano, e hanno iniziato a mettersi in mare per cercare nuova fortuna in terra brasiliana. Se quest’anno, quindi, tutte le maggiori associazioni italiane del Brasile hanno organizzato ogni tipo di evento per celebrare questo importante anniversario, è difficile oggi sapere con precisione quanti discendenti di nostri connazionali tuttora vivono e lavorano nel Paese. Le ultime stime parlano infatti di circa 25 milioni di oriundi italiani, che, nel corso degli anni, sono riusciti a raggiungere i più alti livelli della società brasiliana, hanno costruito una serie di “città-cloni” dei paesi di origine e hanno mantenuto, anche a distanza di decenni, stretti legami culturali con la loro terra e le loro radici.
Dalla fine dell’Ottocento alla metà del secolo successivo, furono all’incirca un milione i nostri connazionali che si avventurarono verso le coste del Brasile, arrivando a superare in certe annate – numericamente parlando – addirittura i Portoghesi. La loro provenienza era diversificata: nella maggior parte dei casi si trattava di povera gente – soprattutto di estrazione contadina, alla ricerca di un lavoro come braccianti nelle piantagioni di caffé, ma con la segreta speranza di diventare proprietari terrieri – proveniente dal Sud Italia; ma tantissimi furono, per esempio, anche i Trentini e i Veneti – e, a testimonianza di ciò, basti pensare che ancora oggi il “taliàn “, la lingua derivante dal dialetto veneto, è molto diffusa nel Brasile meridionale.
Via via, però, le terre venivano abbandonate alla ricerca di nuova fortuna in quelle che erano le nascenti città – al cui sviluppo proprio gli Italiani diedero un notevole contributo – per dare vita a piccole industrie manifatturiere, o per dedicarsi al commercio. Bràs, Bexiga, Barra Funda, Bon Retiro, sono solo alcuni dei quartieri completamente italiani di San Paolo, luoghi dove gli emigrati si incontravano, riscoprendo – anche attraverso feste tradizionali “importate” dalla loro terra d’origine – la loro cultura e la storia delle loro famiglie.
E ancora agli Italiani il Brasile deve un numero considerevole di aziende, più o meno grandi, che, nel corso degli anni, hanno contribuito allo sviluppo economico del Paese: imprese frutto di sacrifici, create con scarsissimi contributi esterni, spesso tramandate da nonni e bisnonni a nipoti. Così, nel corso di oltre un secolo, sono tanti coloro che, dopo aver sperimentato il lavoro nelle fabbriche, sono essi stessi riusciti a diventare imprenditori edili, meccanici, tessili e dell’abbigliamento, artigiani, commercianti, trasportatori, e quant’altro.
Ma sono tanti anche coloro che hanno avuto fortuna in altri settori, come la politica. E se nel 1979 nasceva il Gruppo Parlamentare Brasil/Italia, comprendente oltre 160 parlamentari, tutti di origini italiane, oggi alla “forza politica” italo-brasiliana possiamo an- che dare un nome e un cognome: Luiz Fernando Furlan. Già a capo della Sadia, maggiore agro-industria brasiliana, e adesso Ministro all’Industria, al Commercio Estero e allo Sviluppo Economico del Brasile, molto vicino al Presidente Lula, Furlan ha addirittura ricevuto alla fine di ottobre a New York il Premio “Uomo dell’Anno 2004” .
“La presenza in Brasile di una numerosa collettività di origine italiana, il suo fondamentale apporto al progresso economico e sociale del Paese, mi riempiono d’orgoglio. Un impegno di molti decenni vi ha permesso di conquistare posizioni di rispetto e considerazione nella società brasiliana. Il vostro ruolo resta oggi fondamentale per l’approfondimento dei vincoli tra Italia e Brasile, nell’ambito di un rinnovato legame tra Unione Europea e America Latina.
Anche l’italianità è una componente importante dell’identità multiculturale del Brasile: si esprime nell’attaccamento ai valori d’umanità, di laboriosità, di solidarietà. Conosco le vostre aspirazioni: il rafforzamento del legame con la Patria d’origine, cementato oggi dalla possibilità di esercitare all’estero il diritto di voto, il consolidamento della collaborazione economica, la diffusione della lingua e della cultura italiana. Sono sicuro che continueranno a trovare in Italia attento ascolto e sollecitudine”.
Dal messaggio del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi alle collettività italiane in Brasile, in occasione della visita del Ministro per gli Italiani nel Mondo Mirko Tremaglia
Fonte:
èItalia numero 34
Luglio-Agosto 2005