Dall’estero la spinta per il turismo
06/03/2012
Roma, Firenze, Venezia, Napoli, e anche Siena e il Nord-Est. Il tour delle città d'arte resta il principale motivo per visitare il Belpaese e il turismo estero si conferma il nocciolo decisivo per i bilanci dell'industria delle vacanze italiana. Secondo il sondaggio effettuato dal Sole 24 Ore tra 30 tour operator, gli stranieri nel 2012 faranno segnare un aumento delle presenze del +2,5% almeno, compensando in parte le difficoltà della domanda turistica degli italiani. Un buon risultato considerando che già nel 2011 gli arrivi di visitatori d'oltrefrontiera è aumentato intorno al 3% circa, un ottimo risultato rispetto alle pesanti flessioni delle vacanze degli italiani.
«In generale, le presenze di turisti dall'estero sono in crescita, anche se non sono tornate ai livelli pre-crisi» sottolinea il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca. «Il mercato tedesco continuerà a crescere dopo un buon 2011» osserva Mally Mamberto, presidente del Consorzio Incoming Italia. L'operatore tedesco Tui, che è tra i leader mondiali delle vacanze organizzate, conferma il trend positivo dei tedeschi verso l'Italia. Si tratta di un dato importante visto che dalla Germania arriva più del 30% di tutti i flussi turistici verso il nostro Paese.
Gli operatori evidenziano poi il gran ritorno degli americani, sempre più numerosi. In forte crescita i russi, i brasiliani e i cinesi. In netto calo gli spagnoli. In leggera contrazione belgi, olandesi e inglesi. «L'Italia è molto popolare in Norvegia – fanno sapere dal tour operator House&Holidays – avvantaggiata anche dalla moneta forte». Flussi stabili per l'Austria, mentre Thomas Cook prevede una flessione del 5% dal Belgio.
Non mancano le preoccupazioni. «L'euro troppo forte penalizza però l'Italia in termini di competitività, ma il paese conserva un'attrattività notevole. Sono certo che, non appena la crisi economica sarà finita, ricomincerà ad attrarre turisti ancor di più» aggiunge Bocca. L'aumento delle tariffe, a cominciare da autostrade e benzina, è temuto come un forte deterrente all'arrivo di stranieri. E poi, c'è il nodo della tassa di soggiorno. «Gli stranieri chiedono trasparenza di spesa, e non digeriscono l'introduzione di tasse all'ultimo minuto», spiega Gino Acampora, presidente della Acampora (gruppo Tui).
Nuova levata di scudi ieri degli albergatori contro l'ipotesi che, nel decreto semplificazioni possa essere attribuita a tutti i Comuni la possibilità di istituire l'imposta di soggiorno da applicare ai turisti nel momento in cui gli arrivi dall'estero crescono. «Una sciagura» sottolinea Bocca. «È una tassa iniqua» denuncia Renzo Iorio, presidente di Federturismo-Confindustria. «Oggi, a Roma, la tassa di soggiorno incide sul 6-8% del prezzo di una camera d'albergo» aggiunge.
«Per attrarre stranieri servono più aeroporti, più alta velocità» dice Bocca. «Il mare italiano è poco competitivo – aggiunge Fabio Cannavale, titolare di Volagratis.it – per carenza di infrastrutture. Cagliari, ad esempio, dovrebbe imitare Palma de Majorca che ha un aeroporto grande quanto Fiumicino e resort attrezzati, con campi da golf. E le Baleari sono la zona più ricca della Spagna».
Le aspettative degli operatori restano positive sulle destinazioni. Cresce l'interesse per Sicilia e Puglia, sempre molto richiesta la Costiera amalfitana e sorrentina, dove c'è una concentrazione di strutture di lusso (7 alberghi 5 stelle lusso nella sola Costiera amalfitana, 20 i ristoranti stellati Michelin in Campania), Capri e la Riviera romagnola. «Le aspettative sono buone» commenta Andrea Babbi, a.d. dell'Apt Emilia-Romagna.
La Sicilia beneficia dei resort Verdura (Rocco Forte) e Donnafugata (Gruppo Nh). «Molto alta la richiesta di vacanze benessere e sportive» riferisce Mamberto. «Insomma cresce la domanda per aree meno note in Sicilia, Puglia, Romagna e Nord-Est – spiega Fausto Melatini, general manager della Kuoni Destination Management –. Per il settore meeting & congressi la tipologia di vacanza più richiesta è quella di un soggiorno dai 2 ai 3 giorni in una singola città, con servizi di altissimo livello, mentre il leisure chiede un viaggio itinerante, con 1/2 notti in ogni singola città e servizi standard».
Fonte:
Il Sole 24 Ore