Crisi Italia, Pil si dimezza. «Crescita zero nel 2008»
09/01/2009
Allarme Confindustria sulla trimestrale di cassa. Debito giù, ma l’economia si ferma. Quest’anno crescita allo 0,6%: la stima era all’1,5%
ROMA – I numeri della Trimestrale di cassa, ovvero del bilancio reale dei conti pubblici nell’ultimo trimestre disponibile, sono stati appena diffusi e fanno già discutere. Erano attesi, perché dovrebbero indicare l’ammontare dell’extragettito, ovvero il famoso «tesoretto». Ma il peggioramento della situazione internazionale e interna ha avuto effetti negativi e le stime positive di qualche tempo fa sono state smentite. E per quanto riguarda il «tesoretto», il ministro chiede un rinvio a giugno del calcolo.
NUOVE PREVISIONI – Questo è almeno quanto emerge dalle valutazioni che guardano al futuro secondo le quali il Pil sarà in ribasso nel 2008 di quasi un punto percentuale, e compreso tra lo 0,6 e lo 0,8% contro la previsione di un 1,5%. L’inflazione è invece in aumento, con una revisione al rialzo delle stime fino al 2,5%-2,6%. Anche il rapporto deficit/Pil inevitabilmente viene rivisto al ribasso (2,4%). Padoa-Schioppa ribadisce che l’obiettivo resta quello del pareggio di bilancio nel 2011, ritenuto ancora possibile ma le condizioni per raggiungerlo saranno più dure. Anche per l’avanzo primario la previsione scende al 2,6% nel 2008 (invece del 3,1) ma l’indicazione per gli anni a seguire è di una nuova crescita (3,1% nel 2010 e al 3,4% nel 2011). Ovviamente le previsioni riflettono i piani e le politiche dell’attuale governo. Poterli rispettare dipenderà dalle politiche che il nuovo governo adotterà. Non è detto che segua la via del «rigore» su cui insiste ancora adesso il ministro dell’Economia.
TESORETTO – La quantificazione dell’eventuale «tesoretto» del 2008 va rinviata a giugno, dice nella relazione Padoa-Schioppa. La motivazione è proprio nelle condizioni mutate: «L’emergere di risorse aggiuntive è un fatto possibile, accaduto con regolarità negli ultimi due anni; ma potrà essere accertato solo nei prossimi mesi con un’attenta lettura dei dati. L’elaborazione – in giugno – del bilancio di assestamento sarà l’occasione per fare il punto».
«IL RISANAMENTO E’ SOLIDO» – La revisione delle cifre (sono «stime prudenti» dice Padoa-Schioppa) non toglie, secondo il ministro, elementi positivi nei risultati raggiunti. Anzi. «Nel 2006 e nel 2007 – spiega – i conti pubblici si sono chiusi in maniera più favorevole del previsto. È il risultato di una politica economica che ha rifiutato la logica dei due tempi (prima risanare, poi sviluppare) e ha perseguito con lo stesso respiro un triplice obiettivo: crescita, risanamento, equità. I due anni di rigorosa azione sui conti pubblici del governo Prodi hanno registrato il venir meno delle misure una tantum e di operazioni straordinarie, e hanno creato le condizioni affinché l’Italia esca, nel mese di maggio, dalla procedura europea per deficit eccessivo in cui era entrata nella legislatura precedente». Padoa-Schioppa, che tra l’altro dichiara conclusa la stagione delle privatizzazioni, rileva quindi che «a fronte di un significativo rallentamento della congiuntura nel 2008, l’andamento del deficit evidenzia solo un lieve peggioramento. Questo significa che il risanamento dei conti pubblici realizzato dal governo Prodi è solido, destinato a durare e che il pareggio di bilancio per il 2011 resta un traguardo a portata di mano».
TASSE E SALARI – La Relazione Unificata sull’Economia e la Finanza pubblica indica poi che la pressione fiscale calerà nel 2008 dal 43,3% calcolato nel 2007 dall’Istat al 43,1%. Il peso di tasse e contributi scenderà poi al 42,9% nel 2009. E a proposito del tema-lavoro, il ministero dell’Economia afferma che per stimolare la crescita della produttività occorre «legare maggiormente i salari ai risultati aziendali». «La bassa crescita dei salari italiani – continua la relazione – è essenzialmente una conseguenza della scarsa dinamica della produttività».
LA REAZIONE DELLA CONFINDUSTRIA – E la reazione della Confindustria alla relazione del Tesoro non si è fatta attendere. «L’Italia viaggia verso la crescita zero nel 2008. Ai livelli attuali il caro petrolio sottrae 0,6 punti alla dinamica del Pil, la rivalutazione del cambio ne toglie 0,2 (e altri 0,4 nel 2009)», osserva il centro studi di Viale dell’Astronomia nella “congiuntura flash” di questo mese. La frenata, si osserva, «colpisce tutti i Paesi industriali» ma «è più grave per un Paese a bassa crescita come l’Italia».
Fonte:
Corriere della Sera