Crescita Pil, Brasile fanalino di coda dei Brics: solo +0,8% su base annua

04/06/2012

Brasile fanalino di coda dei Brics. Con una crescita di appena 0,2 punti percentuali rispetto all´ultimo trimestre del 2011, il gigante sudamericano subisce una brusca frenata che lo colloca davanti appena alle economie in forte crisi del vecchio continente.

Rispetto allo stesso periodo del 2011, il Pil brasiliano è infatti cresciuto dell´0,8%, contro l´8,1% della Cina, il 5,3% dell´India, il 4,9% della Russia e il 2,1% del Sudafrica. Ma non sono solo i Brics a passarsela meglio del Brasile. Anche le economie “vicine” godono di una salute migliore: l´Argentina ha fatto registrare +4,8% rispetto ad un anno fa, così come Cile (+5,6%), Messico (+4,6%), Perú (+6%) e, perfino, Venezuela (+5,6%).

A frenare la crescita verdeoro è stato soprattutto il settore agricolo, in caduta del 7,3% rispetto all´ultimo trimestre 2011: a soffrire un forte calo di produzione sono state infatti le coltivazioni di soia (-11,4%), riso (-13,8%) e tabacco (-15,9%). Anche gli investimenti sono calati dell´1,8%, riflettendo il timore delle imprese davanti all´aggravarsi della crisi economica internazionale. L´industria ha infatti fatto registrato un nuovo calo del 2,6% rispetto ad un anno fa, una tendenza negativa che prosegue ormai dal secondo trimestre del 2010.

Il ministro dell´Economia, Guido Mantega, è convinto però che l´economia ripartirà con maggior vigore nel secondo semestre, “con una crescita del 4-4,5%”. Il governo punta tutto sulla domanda di consumo interno. A fine maggio infatti, il ministero dell´Economia ha tagliato le imposte nel settore automobilistico per incentivare le vendite e ha ridotto, dal 2,5 all´1,5%, la tassa sulle transazioni finanziarie per le persone fisiche.

A giocare a suo favore inoltre, è arrivata in settimana la decisione della Banca Centrale di abbassare i tassi di interesse, dal 9 all´8,5% annuo, toccando così la soglia minima dal 1986. Con i tassi più bassi, il governo sta ora facendo pressione sulle banche affinchè migliorino l´accesso al credito e estendano le linee di finanziamento. Le previsioni della Banca Centrale tuttavia sono meno rosee di quelle del ministero dell´Economia e stimano alla fine dell´anno un +2,99%.

 

Fonte:
First online