Contraffazioni, Coldiretti: in Europa l’86% viene dalla Cina

09/01/2009

Viene dalla Cina l’86 per cento degli oltre 250 milioni di articoli contraffatti sequestrati nell’Unione europea in un anno.

È quanto afferma la Coldiretti, dopo il sequestro di dentifrici contraffatti in Italia, sulla base delle statistiche doganali pubblicate dalla Commissione europea, dalle quali emerge che nel 2006 le autorità dell’Ue hanno sequestrato più di 250 milioni di articoli contraffatti con un incremento del 234 per cento rispetto al 2005.

Se i prodotti maggiormente contraffatti sono nell’ordine le sigarette, l’abbigliamento e i tecnologici di uso comune, a crescere – sottolinea – la Coldiretti – è il fenomeno delle falsificazioni pericolose, cioè quelle riguardanti medicinali (più 400 per cento), generi alimentari e prodotti per la cura personale, che possono causare seri danni alla salute dei consumatori.

E per chiedere controlli e una etichettatura di provenienza obbligatoria per ridurre i rischi e fare scelte di acquisto consapevoli, la Coldiretti il 10 luglio, a partire dalle ore 10 nella piazza antistante la Camera, prepara in diretta la passata di pomodoro made in Italy per chiedere trasparenza dell’informazione in etichetta, dopo l’invasione di pomodoro dalla Cina. Presidi di centinaia di agricoltori saranno presenti anche davanti al ministero delle Politiche agricole e al Senato.

Si tratta di una anticipazione della più grande manifestazione promossa dagli agricoltori che, con lo slogan “Giù le mani dalla qualità italiana”, avrà luogo a Bologna l’11 luglio. I falsi del made in Italy agroalimentare valgono nel mondo 50 miliardi di euro con il Parmigiano reggiano e del Grana Padano che – rileva la Coldiretti – sono i due prodotti italiani tipici più imitati nel mondo che diventano Parmesao in Brasile, Regianito in Argentina, Reggiano e Parmesano in tutto il Sudamerica, Parmesan dagli Stati Uniti al Canada, dall’Australia fino al Giappone, ma anche Parmeson in Cina.

Ma in Cina l’industria locale offre anche pomodorini di collina, pomodori pelati, caciotta (Italian cheese) e addirittura – continua la Coldiretti – pecorino (Italian cheese), ma con raffigurata sulla confezione una mucca al posto della pecora.

L’Italia è però il principale importatore mondiale di concentrato di pomodoro cinese con un valore che in quantità ammonta a circa un terzo dell’intera produzione italiana. Un situazione preoccupante dopo che il 20 per cento dei succhi di frutta e dei vegetali di produzione cinese sono risultati al di sotto degli standard minimi di qualità secondo i dati dell’Amministrazione Generale per il Controllo della Qualità, l’organismo statale asiatico addetto al controllo del rispetto delle norme di sicurezza. Se negli Stati Uniti sono sotto accusa giochi per bambini, alimenti per cani e gatti, anguille, pesce gatto ma anche succhi di frutta con pericolosi additivi, l’allarme lanciato dalle autorità cinesi sulle conserve vegetali è particolarmente preoccupante per l’Italia dove sono esplose le importazioni di conserve di pomodoro (più 150 per cento nel primo trimestre del 2007) che rischia di essere mischiato con prodotto nazionale e diventare made in Italy all’insaputa dei consumatori per la mancanza dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del prodotto.

Una situazione particolarmente pericolosa per l’Italia che nonostante il parere favorevole del Parlamento europeo non è riuscita ad ottenere tale misura di trasparenza nell’ambito della riforma comune di mercato dell’ortofrutta. Il concentrato di pomodoro rappresenta, con il 31 per cento in valore, il principale prodotto alimentare proveniente dalla Cina dalla quale arrivano però anche aglio, mele e funghi.

Fonte:
Il Velino