Continua la corsa dell’export italiano

09/01/2009

Il 2005 si conferma un anno positivo per il commercio estero italiano. Nel primo semestre, secondo l’Istat, il volume di beni e prodotti venduti fuori dall’Italia ha segnato un buon andamento del 6,3% rispetto al 2004. Dinamica che è il risultato della componente tra l’export verso i paesi extra-Ue (7,4%) e dalla crescita più contenuta di quanto destinato ai mercati comunitari (5,6%). A sorpresa ha trainato la crescita il Mezzogiorno, grazie soprattutto alle Isole, e il Nord. Rosso invece per il Centro.

In particolare secondo l’istituto di statistica, le esportazioni del Nord Ovest sono aumentate del 7%. Nelle specifico la Valle d’Aosta e la Lombardia hanno registrato le migliori performance, con incrementi entrambi dell’8,6%. Nella prima, esso è derivato soprattutto dall’industriale metalmeccanica e alimentare; anche le esportazioni della Lombardia invece, che incidono per il 28,7% sul totale nazionale ricorda l’Istat, sono state spinte soprattutto dal settore metalmeccanico e dai prodotti chimici. Segue poi la Liguria (6,6%), la cui crescita è imputabile al buon andamento dei prodotti petroliferi raffinati e dei mezzi di trasporto. Anche in Piemonte il metalmeccanico ha trainato la crescita, segnando un aumento del 3,1%.

Superano di poco il Nord Ovest poi le regioni più a Est, con una incremento del 7,1%, quasi tutte in positivo che tranne che Friuli-Venezia Giulia. Nello specifico la consistente crescita dell’Emilia Romagna (10,7%) deriva soprattutto dalle maggiori vendite del settore metalmeccanico, dell’industria tessile/abbigliamento e dei prodotti chimici. Comparti che hanno spinto anche la crescita delle esportazioni del Veneto, salite del 6,7%. Il Trentino-Alto Adige (5,4%) ha beneficiato, oltre alla spinta del metalmeccanico, anche dei prodotti dell’agricoltura e dell’industria della carta ed editoria. Il rosso del Friuli Venezia Giulia (-3,3%) deriva prevalentemente alla contrazione delle vendite dei mezzi di trasporto, dei mobili e del comparto tessile.

Ristagna invece il commercio oltre confine del Centro, con andamenti molto diverse tra le regioni. Sebbene l’Umbria abbia messo a segno un buon risultato, pari al 13,6% in più, grazie all’industria metalmeccanica e alimentare, tutte le altre risultano distanziate. In particolare l’aumento della Toscana si è attestato a un contenuto 2,5% in più, trainato anche qui dal metalmeccanico. Le Marche invece si sono fermate all’1,7%, sotto la spinta degli apparecchi elettrici e di precisione. Infine il Lazio che ha perso il 9% delle vendite: causa la flessione che ha riguardato l’industria chimica, elettrotecnica e i mezzi di trasporto.

Toni ridotti anche per la ripartizione meridionale, che ha chiuso il primo semestre del 2005 con solo il 5,7% in più e che ha registrato la pesante contrazione della Basilicata (-24,1%). Bene invece il Molise, che ha archiviato il 14,7% in più, per effetto soprattutto del tessile/abbigliamento e materie plastiche. In Puglia (10,3%) è cresciuto in particolare il settore metalmeccanico come in Abruzzo (9%). L’aumento delle esportazioni della Campania (4,6%) è dovuto in prevalenza a mezzi di trasporto mentre il lieve aumento della Calabria (0,6%) è dovuto ai prodotti agro-alimentare. Per la Basilicata la flessione deriva in particolare dai settori dei mezzi di trasporto e dei mobili.

Infine il boom delle isole (28,7%) dove i prodotti petroliferi raffinati hanno trainato sia l’export della Sardegna (45,1%) e della Sicilia (21,7%).

Fonte:
Mia economia