Confcommercio: economia in ripresa ma Europa ancora lontana
09/01/2009
La crescita dell’occupazione nel IV trimestre 2005 ha fatto registrare uno 0,2% su base annua, il valore più basso dal 1998
Roma, 8 giu. (Adnkronos/Ign) – L’economia italiana, in questo primo scorcio di 2006, riprende a crescere anche se ad un ritmo piu’ lento rispetto sia al dato medio dell’eurozona che ai principali partner europei. Restano, comunque, sul tappeto i nodi strutturali che condizionano pesantemente l’andamento della nostra economia e penalizzano la ripresa: la forte dipendenza dal petrolio e le alte quotazioni dei prodotti petroliferi, la situazione critica dei conti pubblici, la debolezza della domanda interna. Sembrano allontanarsi, a causa della manovra correttiva, gli interventi annunciati per la riduzione del cuneo fiscale e per il rilancio dei consumi, mentre sull’occupazione potrebbero incidere le incognite legate ad una possibile riforma della legge Biagi. Questa e’ la valutazione del Centro Studi di Confcommercio sulle dinamiche in atto nell’economia italiana e sulle prospettive 2006-2007
Complice un confronto statistico favorevole con il 2005 caratterizzato da assoluta stagnazione, l’economia italiana nel primo trimestre dell’anno in corso, osserva il Csc, e’ tornata su un sentiero espansivo. Cio’ e’ dimostrato dalla crescita congiunturale del pil stimata intorno allo 0,6%. Conseguentemente, il dato tendenziale, cioe’ rispetto al primo trimestre dello scorso anno, si attesta ad un +1,5%. Per il 2006 il pil, stima il Csc, dovrebbe crescere dell’1,3% nel 2006 e dell’1,1% nel 2007.
Dopo la flessione congiunturale del terzo trimestre, le esportazioni sono tornate al segno piu’ nell’ultimo periodo del 2005, con una crescita delle quantita’ dell’1,3% in termini tendenziali, grazie soprattutto al progressivo indebolimento dell’euro nei confronti della valuta americana. Questa tendenza alla ripresa dei flussi esportativi dovrebbe consolidarsi nei prossimi mesi.
Per quanto riguarda i consumi, c’e’ da attendersi una ripresa consistente di beni durevoli ed una sostanziale tenuta dei beni semidurevoli e dei consumi di servizi. Sulla base di queste ipotesi, la crescita dei consumi delle famiglie per il biennio 2006-07 dovrebbe attestarsi poco al di sotto dell’1%. Su questo dato, secondo il Csc, pesano i ridotti aumenti dei redditi, la crescita dell’inflazione, le eventuali misure di finanza pubblica per contenere il forte disavanzo, l’aumento del costo del denaro.
Cala inoltre la crescita dell’occupazione, che nel IV trimestre del 2005 ha registrato uno 0,2% su base annua, il valore più basso dal 1998. L’andamento del mercato del lavoro sembra dunque essersi riallineato alla debole performance del Pil, contrariamente a quanto e’ avvenuto negli ultimi anni, in cui l’occupazione e’ cresciuta nonostante un contesto economico decisamente in affanno. Questo risultato e’ probabilmente riconducibile anche all’affievolirsi degli effetti della regolarizzazione della manodopera straniera avvenuta nel 2002, che ha sicuramente influito sulle precedenti rilevazioni delle forze lavoro.
La tendenza al deterioramento del quadro di finanza pubblica, osserva il Csc, sembra permanere nei primi mesi del 2006, in cui il debito ha toccato a febbraio il livello record di oltre 1.551 miliardi di euro ed il fabbisogno segnala, nei primi cinque mesi, un disavanzo per circa 49 mila mld. Il quadro dei conti pubblici italiano rappresenta sicuramente una delle principali criticita’ del prossimo biennio. La situazione attuale lascia presupporre come nel 2006 il rapporto indebitamento netto/pil si attesti sul 4,1%, in considerazione delle difficolta’ di contenere le spese e di un impatto negativo sugli interessi derivante dall’inasprimento della politica monetaria della Bce, ed il rapporto debito/pil segnali un ulteriore innalzamento portandosi su valori prossimi al 108%.
Fonte:
IGN Economia