Condizioni di rilancio per il vino UE?
09/01/2009
La Commissione Europea ha dato il via libera ai fondi di sostegno al rinnovamento del settore vitivinicolo nei Paesi produttori dell’Unione. Una manovra da 450 milioni di euro destinata a un settore che cerca la competizione sulla qualità a fronte di un’insostenibile concorrenza sui prezzi, in un contesto complessivo della politica agricola europea attraversato da tensioni mai sopite
Bruxelles – La Commissione Europea ha deliberato nei giorni scorsi l’erogazione di 450 milioni di euro per l’anno di mercato 2005-2006 destinati all’ammodernamento e alla conversione dei vigneti nei Paesi produttori dell’Unione. A tale scopo l’Italia riceverà circa 100 milioni che la collocheranno al terzo posto della classifica dei contributi dietro alla Spagna (oltre 150 milioni) e la Francia (circa 106). A beneficiare del finanziamento saranno inoltre Portogallo, Germania, Grecia, Cipro, Slovenia, Malta, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria e Ungheria .
L’importanza della decisione, in linea con il programma tracciato dal Consiglio d’Europa sull’organizzazione comune del mercato vitivinicolo nel 1999, è stata sottolineata dal Commissario UE per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale, Mariann Fischer Boel. “Il miglioramento della qualità dei vigneti e l’equilibrio tra domanda e offerta – ha dichiarato il Commissario – sono per noi obiettivi prioritari . I programmi per la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti finanziati dall’UE forniscono ai produttori di vino il sostegno necessario per questi interventi “.
Il progetto europeo si configura oggi come un’operazione di sostegno alle capacità competitive degli operatori in un mercato mondiale negli ultimi anni orientato al cambiamento. “Si tratta di una misura innovativa avviata dall’Unione Europea per la riconversione dei vigneti orientata ai vini di qualità per sostituire quelli che producono vini meno richiesti dal mercato – spiega Luigi Mainetti, Responsabile settore vitivinicolo della Coldiretti – . Nel corso di questi anni l’Italia ha utilizzato tutti i fondi erogati più le eccedenze non utilizzate dagli altri Paesi”. Un fenomeno reso possibile dal regolamento di redistribuzione dei fondi non utilizzati dagli altri beneficiari e che sottolinea l’impegno italiano in questo senso oltre alle evidenti necessità di rinnovamento del sistema produttivo nazionale.
La ristrutturazione della competitività europea nel settore, che ha richiesto dall’avvio del programma a oggi l’impiego di 2138 milioni di euro, ha sostenuto una precisa scelta strategica. “Per nostra fortuna c’è stato un aumento delle esportazioni grazie ai vini che si caratterizzano per un forte legame con il territorio – commenta Mainetti – . A soffrire la competizione sono soprattutto i vini da tavola generici” In altre parole i consumatori italiani ed esteri si orientano ai vini legati al territorio, evidenziando così la necessità per i produttori europei di puntare sul segmento della qualità stante l’incapacità di affrontare con i nuovi produttori una competizione sui prezzi persa in partenza. “L’unica modo per crescere nel settore consiste nella scelta di competere sulla qualità. In questo senso il mercato mondiale si dimostra ancora recettivo” ha commentato il responsabile della Coldiretti .
Il sistema di gestione dei fondi si articola da Bruxelles al produttore con il coinvolgimento di differenti realtà istituzionali, interessando in Italia le regioni produttrici. “I fondi vengono gestiti a partire da un regolamento comunitario sulla base del quale ogni regione italiana stabilisce delle linee guida e prescrive i tempi e le scadenze – spiega Luigi Mainetti – ; a quel punto i produttori interessati possono fare domanda e solo dopo l’impianto viene fatto il pagamento “.
Il finanziamento copre solitamente circa il 50% dei costi affrontati. In Italia sono sempre stati utilizzati tutti i fondi, le imprese che non sono riuscite ad accedere ai fondi entrano direttamente in graduatoria per l’anno successivo. “I fondi sono destinati ai vigneti reimpiantati e sono rivolti alla modifica delle varietà d’uva o del numero dei ceppi per ettaro – sottolinea il responsabile di Coldiretti – . La realizzazione di un nuovo impianto di raccolta, come elemento di innovazione tecnologica, permette di salire in graduatoria “. Un principio adottato da tutte le Regioni italiane.
A distanza di un quinquennio dall’avvio dell’operazione le valutazioni potrebbero essere sostanzialmente positive, ma i tempi tecnici per poter valutare i risultati effettivi non sono ancora stati completati. “Ogni anno – spiega Mainetti – sono stati erogati circa 450 milioni di euro. In Italia, e del resto anche negli altri Paesi, non abbiamo ancora concretamente dei risultati soddisfacenti ma indicazioni di possibili risultati soddisfacenti. I vigneti – prosegue il responsabile – sono stati sostituiti tra gennaio e marzo del 2001 e la prima produzione si è avuta nel periodo 2003-2004. In quella occasione si sono ottenuti risultati positivi in termini di collocazione sul mercato ma bisogna ancora aspettare per poter fare delle valutazioni più complete, a 360 gradi. In ogni caso – conclude Mainetti – , nel 2006, chiederamo che la misura di sostegno finanziario dell’Unione Europea si ripeta “.
Proprio questo auspicio potrebbe trovare alcune difficoltà sulla strada della sua soddisfazione nell’eventualità in cui l’Unione scegliesse la via del cambiamento nella gestione della politica agricola comune. Sebbene al momento non vi siano stati segnali in questo senso appare innegabile che l’Unione sia attraversata da tensioni emerse in modo evidente la scorsa estate con le dure critiche mosse dal Premier britannico Tony Blair alla politica agricola comunitaria (PAC) in occasione dell’insediamento del Regno Unito alla presidenza dell’Unione.
“Al momento il dibattito è in stallo – commenta Carla Cavallini direttore del Carrefour europeo Emilia e membro di Team Europa, la rete dei conferenzieri sui temi europei – . Dopo la discussione sui fondi strutturali per il periodo 2007-2013 Tony Blair chiese il ridimensionamento dei fondi PAC. Al momento esiste una forte contrapposizione tra la posizione conservatrice della Francia, e quella del Regno Unito, contrario al sistema attuale dei fondi anche perché non ne beneficia in mopdo rilevante datae le caratteristiche della sua agricoltura “.
Una situazione, in altre parole, che avrebbe prodotto un sostanziale stallo, frutto di un equilibrio tra poteri forti, rappresentati dagli Stati e dai gruppi di pressione del settore agricolo, e contrapposti. Il settore vitivinicolo non rientra nel sistema dei PAC in senso stretto ma il suo destino sembra comunque legato alla gestione del programma del sostegno agricolo dell’Unione. “E’ chiaro – ricorda la Cavallini – che tutti i comparti del settore agricolo soffrirebbero un ridimensionamento dei fondi a disposizione “.
Quasi tutti i Paesi produttori dell’Unione si sono trovati negli ultimi anni a dover affrontare il problema delle eccedenze, risolte con i provvedimenti di distillazione obbligatoria di un surplus di vino trasformato nel sottoprodotto più semplice: l’alcol denaturato. Un problema al centro dell’attenzione degli operatori del settore. “Si tratta di un problema di cui si discute molto – spiega la Cavallini – e che è stato posto all’ordine del giorno dalla commissaria Mariann Fischer Boel. Nell’occasione alcuni stati membri unitamente a esponenti delle organizzazioni del settore sollecitano soluzioni rapide “.
Il futuro del settore agricolo europeo, e di quello vitivinicolo in particolare, sembrerebbe dunque vincolato al mantenimento del regime di concessione dei fondi anche allo scopo di privare i Paesi membri dell’incombenza diretta del sostegno di un segmento economico importante. Ma il successo del settore sembra chiamare in causa una necessità forse ancora più importante: quella di una programmazione comune. “Il mercato del vino è ormai mondiale – spiega la Cavallini – . Sarebbe decisamente conveniente mantenere una solida coesione comunitaria nella pianificazione di una politica comune. Non possiamo permetterci il lusso di lavorare in modo non coeso” ha concluso l’esponente di Team Europa .
Notiziario Italic Business News – News ITALIA PRESS agenzia stampa – N° 200 – Anno XII, 14 ottobre 2005