Commercio estero: nel 2009 boccata d’ossigeno per le imprese italiane

23/07/2009

Roma – La curva negativa si sta arrestando e si inizia a percepire un cambiamento di rotta. È quello che è emerso con forza stamane alla presentazione del Rapporto 2008-2009 dell'Istituto del Commercio Estero. Lo ha sottolineato anche il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola secondo cui "il primo bimestre 2009 ha già dato i primi timidi segnali di ripresa sull'export". "I dati di giugno – ha affermato il ministro Scajolaci danno una modesta ripresa delle esportazioni, pari al +1,5 per cento". Secondo le stime fornite dal ministro dello Sviluppo Economico, nei primi 5 mesi del 2009 il Made in Italy ha registrato un saldo positivo di 22 miliardi di euro, grazie soprattutto a comparti trainanti, come moda, arredo e macchinari industriali.  "Ciò significa che la fase di difficoltà che si era manifestata in modo particolare nel quarto trimestre 2008 comincia a cessare". Nell'anno critico per l'economia mondiale, l'Italia (insieme alla Francia, per quanto riguarda l'Europa) sta rispondendo con un andamento promettente grazie "al basso indebitamento, alla flessibilità dei suoi produttori e al forte tessuto imprenditoriale". L'export, ha rilevato il ministro, riprende a tirare soprattutto verso i Paesi Bric (Brasile, Russia, India e Cina).

A sottolineare l'avvento di un timido trend positivo anche Diana Bracco, presidente della Bracco Spa, che attribuisce il "cauto ottimismo" alla compattezza che l'Europa a dimostrato per affrontare la crisi. "Ma per far sì che si torni a parlare di crescita – ha proseguire il presidente Bracco – è opportuno creare presenze stabili nei Paesi esteri e non soffermarsi solo all'esportazioni". Diana Bracco, che è a capo della Società di Gestione Expo Milano 2015 S.p.A., ha definito la fiera espositiva un "driver anti-ciclico" utile a rilanciare anche il turismo e il Pil allo stesso tempo. Di Expo 2015 ha parlato anche il ministro Scajola, sottolineando che si tratta di un'opportunità straordinaria non solo per il capoluogo lombardo ma per tutte le imprese italiane che devono essere in grado di intessere con i partner commerciali esteri rapporti bilaterali concreti e finalizzati al mantenimento di legame duraturo nel tempo.  

Eppure prima di parlare di futuro è necessario riconoscere che nel 2008 un rallentamento degli scambi nel mercato globalizzato c'è stato. Il presidente dell'Istat, Luigi Biggeri, intervenendo alla presentazione dell'annuario a cui il suo istituto collabora – ha ricordato il "forte rallentamento della crescita sia delle esportazioni sia delle importazioni di beni dell'Italia ed il peggioramento del passivo commerciale registrato nel 2008". Facendo riferimento  ai risultati di una indagine su un panel di imprese manifatturiere Biggeri ha poi indicato che "si registra una diminuzione del 28,8% delle esportazioni nei primi cinque mesi del 2009 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente". Ripercussioni negative che si sono riversate, dunque, anche in Italia, che pure ha reagito meglio rispetto ad altri Paesi UE. Analizzando l'andamento del commercio internazionale, Giorgia Giovannetti, docente di economia politica e direttore dell'Area Studi, Ricerche e Statistiche dell'Ice, ha mostrato che "la perdita di quota delle esportazioni italiane nel 2008 si è verificata in quasi tutte le aree, cancellando gli effetti dei lievi recuperi registrati l'anno precedente". Tuttavia, esiste un'eccezione di rilievo che è rappresentata dall'Africa settentrionale dove le esportazioni italiane hanno ulteriormente rafforzato la propria posizione. "Tra i diversi settori l'Ice – ha proseguito Giovanetti – rileva una ‘posizione favorevole' dell'industria dei componenti per automobili e altri mezzi di trasporto".

Un quadro della situazione che consente alle imprese italiane attive nei mercati esteri di riprendere fiato dopo il periodo difficile affrontato nel 2008. Una crescita che tuttavia passa, o dovrà farlo, spingendo sulle piccole e medie imprese, definite dall'Ambascaiatore Umberto Vattani, presidente dell'Ice, "vero motore dello sviluppo". D'accordo il ministro Scajola che ha lanciato l'idea di una nuova legge annuale per le Pmi.

 

Fonte:
Federica Vagnozzi
News ITALIA PRESS