Coldiretti: per i rincari, 3 italiani su 4 cambiano menu
09/01/2009
A seguito dei rincari dei prezzi, ben tre italiani su quattro hanno cambiato le abitudini alimentari.
Varia così la lista della spesa, aumenta l’attenzione riposta nella lettura dell’etichetta e quella nella provenienza dei cibi a favore di quelli locali.
E’ quanto emerge dall’ Indagine 2007 Coldiretti-Swg ‘Le opinioni di italiani e europei sull’alimentazione’, presentata al Forum di Cernobbio organizzato dalla Coldiretti e Studio Ambrosetti che evidenzia come, in Italia, la responsabilità degli aumenti è da attribuirsi principalmente ai troppi passaggi intermedi che i prodotti fanno per arrivare dal produttore al consumatore (66%) a differenza di quanto accade negli altri Paesi europei (42%).
Sotto accusa anche i rincari eccessivi applicati dai commercianti e dalle catene di distribuzione (37%) mentre sono del tutto scagionati gli agricoltori.
Così, il 37 % degli italiani temono per il mancato governo della situazione e chiedono un intervento pubblico per calmierare i prezzi degli alimenti.
E sette italiani su dieci decidono di fare acquisti direttamente nelle quasi 50mila aziende agricole che, sebbene spesso siano difficili da raggiungere, offrono un risparmio compreso dal 20 al 30%.
I cambiamenti nel comportamento di acquisto sono giustificati dal fatto, rileva la Coldiretti, che la spesa alimentare e la seconda voce dopo l’abitazione ed assorbe il 19% della spesa mensile totale delle famiglie per un valore che è salito a 467 euro al mese destinati nell’ordine principalmente all’acquisto di carne per 106 euro, di frutta e ortaggi per 84 euro, di pane e pasta per 79 euro e di latte, uova e formaggi per 64 euro.
Se complessivamente la spesa alimentare è rimasta quindi invariata le quantità portate a casa si sono ridotte dell’1,5% e tra gli spostamenti più significativi si registra un calo nei consumi di pane (- 7,4%), pasta di semola (-7,4%), latte fresco (-2,6%), vino (-7,9%), carne bovina (-4,1%) mentre aumentano la carne di pollo (+ 7,5%) e le uova (+6,4%).
Tra i consumatori italiani, rileva inoltre la Coldiretti, prevale un atteggiamento di ostilità per i prodotti alimentari contenenti Organismi geneticamente Modificati.
Un’ampia maggioranza ritiene, infatti, che siano meno salutari rispetto ai prodotti tradizionali (57%), diffida della loro artificialità temendo conseguenze dannose per la salute (61%) e non ravvisa in essi un maggior potere nutrizionale (60%).
Un quadro che rispecchia la situazione generale dell’Europa: anche i consumatori dei maggiori Paesi europei manifestano, infatti, una certa perplessità nei confronti degli Ogm.
Fonte:
Noipress