Cit aumenta il capitale, ma le banche fuggono
09/01/2009
Segnali negativi per la Cit, la Compagnia italiana del turismo alle prese con una grave crisi finanziaria.
Ieri, proprio nel giorno in cui l’assemblea ha approvato un aumento di capitale da 39 milioni di euro, il confronto con gli istituti di credito a Palazzo Chigi ha escluso definitivamente un intervento di Sviluppo Italia a sostegno dell’azienda.
L’agenzia guidata da Massimo Caputi, come anticipato ieri dal Tempo, ha escluso infatti il proprio coinvolgimento a favore della Compagnia. Un no motivato dai vincoli statutari, che vietano esplicitamente a Sviluppo Italia la partecipazione al salvataggio di imprese in crisi. Ma dietro il disimpegno ci sarebbe anche la scelta di consolidare la privatizzazione della holding di settore, Sviluppo Italia Turismo, che di recente ha visto crescere l’impegno dei soci Ifil, Marcegaglia e Banca Intesa.
Senza l’impegno di Sviluppo Italia resta quindi molto difficile il rifinanziamento della società che fa capo a Gianvittorio Gandolfi. Le banche creditrici, che insieme vantano oltre 50 milioni di euro, sono una decina, tra cui Banca Intesa, Unicredit, Monte dei Paschi e Capitalia.
Sempre ieri Gandolfi ha annunciato la convocazione a breve del consiglio di amministrazione di Cit, per prendere in esame la proposta di aumento di capitale approvata in assemblea straordinaria. Un incontro che, a quanto si apprende, potrebbe avvenire già lunedì o martedì prossimo. L’azionista di riferimento ha poi precisato di non aver nominato alcun advisor finanziario per lavorare al piano di rilancio.
Ma in accordo con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, potrebbe essere presto nominato proprio l’ex ad della società, Ubaldo Livolsi.
Intanto la società ha fatto sapere di aver migliorato al 30 giugno scorso la propria posizione finanziaria netta, passando a -44 milioni dai 62 milioni del 31 dicembre 2003. L’indebitamento bancario dell’azienda, tra i maggiori protagonisti del turismo in Italia, con oltre 2.500 dipendenti, è andato riducendosi dai 94 milioni del 30 giugno 2003 ai 50 milioni del 31 luglio 2004.
Il Tempo
1/9/2004