Cina, via i vantaggi fiscali per gli investitori esteri.
09/01/2009
La Cina ha approvato una legge che mette fine a tre decenni di vantaggi fiscali per gli investitori esteri, elevando il trattamento fiscale a livelli comparabili a quelli che si applicano alle aziende cinesi.
La legge prevede che la maggior parte delle imprese siano tassate fino al 25 per cento dei loro profitti. Fino a ieri, le imprese cinesi erano tassate al 33 per cento, mentre gli investitori esteri beneficiavano di vantaggi fiscali che riducevano la tassazione al 10 per cento. La misura è stata approvata dall’Assemblea nazionale del popolo nell’ultimo giorno della sua sessione annuale. Il testo è stato approvato con 2.826 voti a favore, 37 contro e 22 astensioni.
Gli sgravi fiscali hanno permesso di attirare in Cina circa 700 miliardi di dollari (530 miliardi di euro) d’investimenti che hanno alimentato il boom economico del paese, classificato ormai al quarto posto delle economie mondiali. Ma le imprese cinesi si lamentavano di subire un trattamento peggiore rispetto ai concorrenti stranieri.
Il parlamento cinese ha anche approvato l’attesa legge che riconosce il diritto alla proprietà privata, salvo per la terra, che resta di proprietà statale. Le legge sulla proprietà, approvata dall’Assemblea nazionale popolare cinese, mira a proteggere sia la proprietà collettiva, pubblica e la proprietà privata, anche se, secondo i media statali, la proprietà pubblica rimane al centro del sistema economico. Sottoposta per la prima volta nel 2002 al comitato permanente dell’Assemblea, dopo circa dieci anni di preparazione, la legge è passata per sette letture prima di essere giudicata pronta a essere sottoposta al voto e finalmente approvata con 2.299 voti contro 52.
Il voto arriva tre anni dopo che un primo storico voto del parlamento cinese ha iscritto la protezione della proprietà privata nella costituzione.
Fonte:
Il Sole 24 Ore