Chi fa formazione per gli italiani all’estero?

09/01/2009

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha reso nota la graduatoria dei progetti di formazione, retizzazione e sviluppo locale presentati sul Bando 1-2004 e rivolti agli italiani residenti nei paesi extraeuropei. Il commento della Federazione Italiana Emigrazione e Immigrazione

Roma – E’ stata pubblicata sul numero 302 della Gazzetta Ufficiale (29/12/05) la graduatoria dei progetti di formazione, retizzazione e sviluppo locale presentati sul Bando 1-2004 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, rivolti agli italiani residenti nei paesi extraeuropei . Si tratta della graduatoria approntata dal Comitato di Valutazione istituito appositamente dal Ministero del Lavoro, cui seguirà il Decreto vero e proprio di assegnazione del finanziamento dei singoli progetti approvati.

Non è ancora stato chiarito quanti progetti saranno finanziati. Molti sono i progetti che, superando il punteggio minimo previsto dal Ministero (60 Punti su 100), rientrano nella categoria: 176 progetti sulla Misura A-1 (a fronte dei 394 ammessi), 11 progetti sulla Misura A-2 (a fronte dei 56 presentati), 32 progetti sulla misura B (su 67 presentati). Diversa appare la qualità dei progetti rispetto alle tre misure: nella Misura A-1, ad esempio, sono 57 i progetti che superano il punteggio di 70 punti, mentre solo uno nella Misura A-2 e 8 nella Misura B sono stati in grado di superare questa soglia.

Il Bando 1-2004 assegnava 15 milioni di Euro alla Misura A-1, 3 milioni alla Misura A-2 e 8 milioni alla misura B, per un totale di 26 milioni di Euro. Con il criterio stabilito, i progetti finanziabili sulla misura A-1 sarebbero 15 o 16 (con un punteggio variabile tra un massimo di 89/100 e un minimo di 84/100); nella misura A-2 sarebbero solo 5 (con un punteggio variabile tra un massimo di 74/100 e un minimo di 66/100, mentre sarebbero 17 o 18 sulla Misura B (con un punteggio variabile tra un massimo di 82/100 e un minimo di 65/100) per un totale di 38 progetti. Stando quindi alle indicazioni e disponibilità del bando resterebbero non finanziati almeno 40 progetti sulla misura A-1 che superano i 70/100 di punteggio, progetti cioè valutati molto più di altri che sarebbero invece finanziati pur avendo ottenuto punteggi inferiori ai 70/100 (per la precisione 28 tra la misura A-2 e B).

Il Ministero del Lavoro ha confermato durante l’ultima riunione plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) di dicembre, la disponibilità dei fondi non utilizzati e accantonati, relativi alle annualità 2002, 2003, 2004 e 2005 ; gli ultimi progetti finanziati nel 2002 erano relativi ai bilanci di competenza 2001. Nella stessa sede, il Sottosegretario Romano ha riportato la volontà del Ministero di implementare parte di questi fondi disponibili sulla graduatoria citata, finanziando quindi un numero molto maggiore dei 38 progetti finanziabili con le sole disponibilità del Bando 1-2004 (che si serviva dei fondi del 2002 e forse 2003).

Vera Marincioni, Direttrice Generale per le politiche per l’orientamento e la formazione, ha confermato l’intenzione del Ministero, ricordando l’impossibilità di attivare concretamente alcun nuovo finanziamento per tre anni, dal 2003 al 2005, e la presumibile lunghezza dei tempi di realizzazione di un nuovo bando. Ad oggi, tuttavia, non è nota la somma che il Ministero del Lavoro intenda aggiungere alla quota già stabilita di 26 milioni di Euro, anche se si era accennato alla disponibilità di uno stanziamento almeno equivalente. “E’ opportuno e coerente – commentano dalla FIEI (Federazione Italiana Emigrazione e Immigrazione) – che, nel caso ciò venga confermato, siano attribuiti fondi sulla base del punteggio di qualità prodotto dal comitato di valutazione.In caso contrario – aggiungono dalla FIEI – , altri dubbi e perplessità si aggiungerebbero a quelli già da molti manifestati, sulla congruità dei parametri utilizzati per redarre la graduatoria citata, la quale è stata prodotta da un Comitato di valutazione del quale non faceva parte alcun rappresentante del MAE o del CGIE e che poco probabilmente era in grado di conoscere da vicino i reali fabbisogni delle collettività, le caratteristiche dei mercati del lavoro locali, le concrete opportunità di sviluppo locale, cose su cui il Bando 1-2004 abbondantemente si dilungava considerandoli prerequisiti decisivi per l’ammissione e l’approvazione delle singole proposte “.

“D’altra parte nella graduatoria pubblicata – prosegue la nota – , si ammette candidamente che i pareri consolari (pur non vincolanti) sono stati presi in considerazione solo dopo la valutazione effettuata dal Comitato di Valutazione e da essi non sono ‘risultati elementi obiettivi idonei a sovvertire le conclusioni cui è pervenuto l’organo collegiale tecnico incaricato da questa Amministrazione (Min-Lavoro) della valutazione’. Come a dire che la valutazione è stata fatta prescindendo del tutto dal parere dei Consoli i quali però sono gli unici –almeno potenzialmente- in grado di dire se un progetto è più o meno adeguato alle esigenze di una singola circoscrizione consolare, dei cittadini italiani che vi vivono e delle prospettive di sviluppo e dei mercati del lavoro locali “.

Nel Bando precedente, un decimo del punteggio complessivo derivava dal parere consolare, un criterio che avrebbe sicuramente modificato la graduatoria attuale, se fosse stato applicato anche in questa occasione. “L’argomento è di una certa importanza – precisano dalla FIEI – poiché, sulla base del Protocollo d’Intesa tra Ministero del Lavoro e Ministero degli Affari Esteri del 24/07/2000, i singoli Consoli sono responsabili del monitoraggio e del controllo del reale svolgimento dei progetti, ed appare alquanto singolare che per tali funzioni siano ritenuti ‘obiettivi e idonei’, mentre all’atto di esprimere un parere sulle proposte, siano ritenuti, diciamo così, ‘soggettivi’ “.

La FIEI ha inoltre espresso notevoli perplessità relative al fatto che “la gran parte dei soggetti attuatori presenti in graduatoria non hanno il minimo insediamento storico in emigrazione e si occupano istituzionalmente di altro: Camere di Commercio, ICE, singoli Enti locali come Regioni e Province, ONG attive nella cooperazione, Banche, Fondazioni di varia natura ed emanazione, Enti di formazione che hanno sempre e solo operato in Italia, tutti accomunati da una storica assenza sul fronte dell’emigrazione e uno scarsissimo insediamento tra gli italiani all’estero sono risultati soggetti eleggibili a finanziamento dal Min-Lavoro, pur usufruendo o disponendo parallelamente di altri fondi da altre amministrazioni pubbliche o istituzioni per attività nelle quali, volendo, avrebbero potuto essere coinvolti gli italiani all’estero, cosa che invece non è mai avvenuta “.

“Perché – proseguono dalla FIEI – , improvvisamente, si dà un così grande spazio a tali soggetti? Il Ministero del Lavoro può riequilibrare la situazione alquanto imbarazzante che si è creata, provvedendo in accordo con il CGIE e con le rappresentanze più importanti dell’emigrazione a correggere il tiro e ad emanare prossimi bandi che prevedano l’acquisizione di tutta una serie di elementi conoscitivi di cui al momento non sembra disporre e di prerequisiti cui debbono essere chiamati gli enti attuatori; e può farlo anche integrando correttamente sulla graduatoria presente, a partire dai migliori progetti, quelle risorse destinate agli italiani all’estero che avrebbe dovuto investire nei 3 o 4 anni trascorsi e che non ha ancora speso “.

Notiziario NIP – News ITALIA PRESS agenzia stampa – N° 8 – Anno XIII, 12 gennaio 2006