Cdl senza accordo, governo a rischio
09/01/2009
Follini pronto a chiedere all’Udc il ritiro della squadra dei ministri. Fini: «Il premier chieda la fiducia in Parlamento»
ROMA – Buco nell’acqua, a Palazzo Chigi, dal vertice di governo convocato per esaminare il dopo voto alle regionali e per valutare le prospettive dell’esecutivo. Le quattro ore del faccia a faccia tra tutti i leader della Cdl non sono bastate a sancire un accordo. L’Udc è rimasta ferma sulla linea dura, quella di chiedere una crisi e un Berlusconi-bis, pena l’uscita dal governo. Il premier, riferiscono fonti centriste, «non sembra aver capito la situazione».
Le posizioni sono lontane anche con An, che con Fini chiede al premier il passaggio della fiducia in Parlamento ma gli lascia carta bianca per un eventuale ricambio dei ministri.
UDC VERSO IL RITIRO – I centristi decideranno venerdì, alla direzione nazionale convocata da tempo nella sede di via due Macelli, sul da farsi. «ci vediamo domani, parliamo domani», si è limitato a dire il vicepresidente del consiglio e segretario dell’Udc, Marco Follini, uscendo da Palazzo Chigi.
Per ora si tratta solo di un «orientamento». Non c’è nulla di deciso né di certo. Ma l’Udc sarebbe intenzionata a ritirare dal governo i propri ministri (Buttiglione, Baccini e Giovanardi), pur garantendo l’appoggio esterno alla maggioranza. Stesso orientamento anche dal Nuovo Psi di De Michelis, che di ministri non ne ha ma di sottosegretari sì. «Alla maggioranza chiediamo di scommettere sulla novità ed il cambiamento: siamo tra quelli che non si rassegnano che a Palazzo Chigi vadano Prodi e la sinistra», ha poi aggiunto Follini.
LA MOSSA DI FINI – A complicare poi il quadro c’è la mossa a sorpresa di Fini che, come detto, ha chiesto a Berlusconi di andare in Parlamento. «Deve dire cosa concretamente vuol fare nel prossimo anno per il sud, per tutelare il reddito delle famiglie, per favorire la competitività delle imprese. Di ribadire che le riforme istituzionali saranno approvate in tempi tali da rendere possibile il referendum solo dopo le elezioni politiche; di chiedere un voto di fiducia alla sua maggioranza». I tempi di questo incontro, secondo il ministro degli Esteri (e vicepremier), sono stretti. Al massimo la settimana prossima. Per esaminare il tutto, Fini ha convocato nel pomeriggio i ministri e i capigruppo del partito nella sede di via della Scrofa.
Corriere della Sera
14/4/2005