CCIE: un sistema di eccellenza con un impatto di circa 35 miliardi di Euro anno
26/10/2009
XVIII CONVENTION MONDIALE DELLE CAMERE DI COMMERCIO ITALIANE ALL’ESTERO – SALERNO 24-28 OTTOBRE 2009 – Nell’intervento del Presidente uscente di Assocamerestero, Edoardo Pollastri, il bilancio di sette anni ai vertici della rete, e la ripresa che vedrà lo “sviluppo solo senza prescindere dall’etica della crescita”
La giornata di lavori pubblici della XVIII Convention Mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero, in svolgimento a Salerno fino al prossimo 28 ottobre, dopo gli interventi di saluto delle istituzioni locali, è entrata nel vivo con la relazione del Presidente uscente di Assocamerestero, Edoardo Pollastri, alla guida dell’Associazione dal 2006, dopo quattro anni di vicariato, e che ieri ha passato il testimone ad Augusto Strianese, già Vice Presidente dell’Associazione e Presidente della Camera di Commercio di Salerno, che ospita la convention 2009.
La crisi dell’ultimo anno, ha esordito Edoardo Pollastri, “impone un profondo ripensamento di comportamenti e stili di gestione, riformulando governance aziendali e globali, perché nascano anche nuove opportunità”.
“Se la globalizzazione si traduce in mercati spersonalizzati perde il contatto con l’economia reale fatta di imprese, di persone che producono, di rapporti con il territorio cade nella speculazione, che non crea ricchezza anzi, distrugge valore”, ha affermato Pollastri.
Dopo un decremento del commercio mondiale su base annua del 14%, una contrazione del prodotto mondiale dell’1,1%, una riduzione delle esportazioni italiane del 26%, ”oggi percepiamo chiari sintomi di uscita dal tunnel”, ma le cifre “ci danno una misura dell’entità della sfida affrontare nel prossimo futuro e dell’impegno che è richiesto a tutti”. Meno di un quarto delle PMI ripiega sui mercati esteri, mentre la restante parte reagisce: “un 47% con forti azioni di presidio – basate in particolare su alleanze commerciali e produttive – un 32% prevalentemente ricercando nuovi segmenti di mercato”, secondo l’indagine condotta da Assocamerestero e annunciata in convention. Una “reazione”, quella delle imprese italiane, dovuta, ha proseguito Pollastri “alla diversità italiana rispetto ai principali competitor: fatta di percorsi di solidarietà e di fiducia locale, di valori del territorio e spirito di iniziativa imprenditoriale, della continua voglia di sperimentare, di inventare il proprio destino, di scoprire nuove mete”.
“Non c’è genuino sviluppo senza etica della crescita, che chiede responsabilità e soprattutto saldi valori di riferimento. La crisi è stata crisi di fiducia e non possiamo ritrovare la fiducia senza rifondare i nostri valori, né senza una profonda riconsiderazione del ruolo delle istituzioni e del contributo della società civile”, ha affermato Edoardo Pollastri concludendo la radiografia della crisi e della faticosa ripresa.
Pollastri ha poi proseguito con l’analisi di bilancio degli ultimi anni di lavoro e lo stato di proiezione del sistema camerale italiano all’estero. Le Camere italiane nel mondo sono il frutto della società civile: associazioni di imprenditori sorte spontaneamente all’estero, originariamente nate dalla diaspora della nostra emigrazione, basate sull’etica del lavoro, divenute nel tempo soggetti importanti di promozione, a cavallo tra impresa e istituzione, tra mercato e società. “Nasciamo proprio per assicurare la circolazione della fiducia tra gli imprenditori. La nostra legittimazione sui territori è nella forza della base associativa”. Una rete si alimenta “col lavoro comune, la fiducia reciproca, il dialogo costante, la condivisione di obiettivi e infine il riconoscimento che ne viene dall’esterno”.
“Alla fine del 2002, appena rieletto, mancava alla piena operatività Danilo Longhi” ha ricordato, ripercorrendo il suo settennato ai vertici di Assocamerestero Pollastri, “nella mia qualità di Vice presidente assumevo la presidenza vicaria dell’Associazione fino al 2005, e quindi la presidenza nell’anno successivo. Dopo quasi 15 anni un esponente del sistema camerale estero era chiamato al vertice dell’Associazione. In questo periodo di lavoro comune abbiamo raggiunto molti obiettivi. Le istituzioni hanno creduto in noi e nella nostra capacità di servizio” e nel ruolo di garanzia di Assocamerestero, e qui Edoardo Pollastri ha ringraziato il Segretario generale dell’Associazione, Gaetano Fausto Esposito, e i due dirigenti Pina Cosa e Antonio Romano, insieme a tutto lo staff.
Complesso il lavoro condotto: “sui territori, verso le associazioni di categoria, le imprese, le Regioni e i soggetti locali”, “abbiamo tessuto una fitta trama di accordi e di collaborazioni: oltre trenta con tutti i soggetti della promotion a partire dalle Regioni, alle Amministrazioni locali, alle Banche alla SIMEST, ai media tradizionali e innovativi, al mondo fieristico e delle associazioni e da ultimo con la Confindustria”, centrale l’attività con il Ministero degli Affari Esteri. “Siamo oggi rete di uomini e di donne di professionalità, riconosciuta e autorevole nel panorama della promozione. Il 95% delle imprese presenti all’estero conosce azione e caratteristiche delle Camere italiane nel mondo”.
Il sistema è cresciuto. Tra il 2002 e il 2009 il fatturato di promozione delle Camere è quasi raddoppiato, passando dai 30 agli attuali 52 milioni di euro. È aumentata qualità dei servizi e capacità di risposta verso imprese ed istituzioni. Le azioni di radicamento e i contatti di affari nel 2002 queste erano il 55% della nostra attività, oggi sono diventate il 70%. Le risorse di cofinanziamento dello Stato, nel triennio 2001-2003 erano in media 9,6 milioni, nella media dell’ultimo triennio sono 13,4 milioni di euro. Sul versante associativo il Presidente uscente ha messo in evidenza il complesso processo di revisione statutaria, il processo di auto-qualificazione con l’upgrading dei servizi, l’impegno per l’eccellenza nei servizi e nelle strutture e l’azione per il coinvolgimento di tutte le componenti del sistema, tutto ciò lavorando con una genuina logica di sistema, con modalità di organizzazione innovative, che coniughino flessibilità operativa con economie di scala. “La forza di una rete è data dal suo nodo più debole”, ha affermato Pollastri.
“In questi anni abbiamo cercato di dimostrare che anche noi sapevamo fare la nostra parte autofinanziando lo sviluppo della nostra rete e attivando risorse multiple rispetto a quelle dello Stato. Quest’anno le risorse pubbliche, in una fase molto difficile dell’economia, verranno moltiplicate per quattro volte!”.
Un “sistema” di eccellenza, quello delle CCIE, tanto che i risultati dell’azione di promozione delle Camere ha “un impatto di circa 35 miliardi di Euro”.
Le Camere, ha detto Pollastri “sono pronte all’assunzione di compiti più strutturati, alla luce della recente Delega al Governo per la riorganizzazione del sistema di promozione”. Oggi più che mai, “dinanzi a concrete esigenze di federalismo, che però necessitano di una forte capacità di indirizzo e di coordinamento a livello nazionale, il sistema pubblico deve caratterizzarsi per una logica di sussidiarietà, intervenire quando il mercato da solo non riesce a svolgere la sua funzione, garantire capillarità di azione sui territori italiani e su quelli esteri”.
In ciò sta tutto il valore della rete per coniugare tre dimensioni: “quella locale, quella nazionale e quella globale, per valorizzare la collaborazione interistituzionale secondo un approccio che esalti le specializzazioni e le capacità dei diversi attori”.
Fonte:
(ItalPlanet News)