Camera Italo-Brasiliana vuole incrementare le esportazioni nazionali

09/01/2009

Iolanda Nascimento -Gazeta Mercantil-

La Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria, entità che promuove l’intercambio commerciale e industriale tra il Brasile e l’Italia, dovrà realizzare nel prossimo anno il “Progetto destino esportatore Italia”, un profilo sulle imprese importatrici italiane sommato ad un rilevamento sui prodotti che queste compagnie vogliono acquistare nel mercato esterno. Questo studio ha come obiettivo di mettere in condizione le imprese nazionali ad incrementare le esportazioni tra i due Paesi. Secondo il presidente della Camera, Edoardo Pollastri, la ricerca ha una stimativa di costo di R$ 1,2 milioni, e l’entità sta cercando partner presso l’Agenzia di promozione delle esportazioni del Brasile (Apex) per realizzarla. “Il progetto è già in analisi all’Apex e stiamo aspettando l’approvazione del finanziamento di 50% del costo”, ha sottolineato Pollastri. Il costo è rappresentato praticamente dai viaggi di tecnici ed impresari verso l’Italia.

Lo studio avrà come centro i settori del cuoio, cosmetici, software, mobili, pesca e moda (principalmente il settore dell’abbigliamento per spiaggia), oltre all’artigianato, che sono, secondo Pollastri, quelli che più assorbono prodotti brasiliani. “Rileveremo quello che le imprese italiane desiderano, quali sono le caratteristiche che i prodotti devono avere per ottenere successo di vendita ed anche come favorire le esportazioni, con informazioni sulle questioni burocratiche e di logistica.”

L’intenzione è aprire il mercato italiano principalmente per le piccole e medie imprese locali, le più carenti di questo tipo d’informazione e d’accesso ai meccanismi d’esportazione, incluso quelli di finanziamento per rafforzare le linee di produzione, ha affermato Pollastri. Il presidente della Camera ha detto ancora che studia insieme alle banche italiane l’apertura di linee di credito perché le imprese brasiliane possano acquisire attrezzature per la produzione, già che il paese è un forte produttore di beni di capitale. “Sappiamo che vi è un grande interesse delle imprese italiane di fare business con il Brasile e che possiamo anche triplicare la bilancia commerciale, che è in media di US$ 4 miliardi l’anno. Però è necessario promuovere le condizioni perchè questo occorra.”

Per Pollastri, la conoscenza delle necessità degli importatori è uno dei cammini per il Brasile per ampliare le sue vendite all’estero con prodotti finiti, di maggior valore aggiunto, e affermato che le imprese italiane hanno molto interesse di fare società, e anche joint venture, nello scambio di tecnologia in alcuni settori.

A partire dell’approvazione dell’Apex, lo studio, potrà essere pronto in appena 90 giorni, poiché la Camera già detiene molte informazioni sulle imprese Italiane ed il tipo di prodotti che importano.
“Abbiamo realizzato diversi incontri tra le industrie dei due Paesi, organizzando gli imprenditori a partecipare delle fiere italiane e confortandoli negli affari ed eventi locali.”
Ex dirigente della Visconti che dirige l’entità da circa 5 anni, Pollastri afferma che negli ultimi due anni la Camera è stata responsabile di affari con la partecipazione di 1.200 imprese brasiliane e 118 italiane, inoltre con 465 compagnie nazionali per promuovere i propri prodotti, per pubblico ed espositori, in 24 fiere in Italia sull’industria metal meccanica, tessile, agro business, cosmetica, chimica e plastica, tra i principali settori.
Ha promosso anche l’Incontro Italo-Brasiliano di Software, con 30 compagnie italiane e 60 locali.
L’entità però non ha come valutare quale volume di affari è stato raggiunto, poiché molte sono informazioni riservate tra le imprese. Pollastri ha dato come esempio una di queste società, con la recente richiesta fatta dal gruppo italiano Bata, uno dei più grandi produttori e distributori mondiali di scarpe, con la commercializzazione di 350 milioni di paia all’anno, secondo il presidente della Camera, per una industria calzaturiera di Jaú, nell’interno paulista. L’affare considera la produzione di 50 mila paia di scarpe in Brasile per essere esportati dalla Bata. Il gruppo, per mezzo della Camera, ha partecipato all’incontro quest’anno con imprenditori brasiliani del settore della regione di Jaú e di Franca (SP).

Fondata in 1902 dagli immigranti italiani, tra di loro la famiglia Matarazzo, che desideravano mantenere rapporti commerciali con il paese d’origine, la Camera Italo-Brasiliana di Commercio e Industria ha fatto da intermediaria al primo trattato commerciale tra Brasile e l’Italia, realizzato nel 1912. Con 1.200 associati (50% persone fisiche e 50%, giuridiche) interessati a realizzare affari con l’Italia, l’entità è una delle settanta sparse per il mondo riconosciute dal governo italiano.

Per il 2004 il bilancio preventivo è di R$ 4 milioni; secondo Pollastri, la Camera sta crescendo tra le sue similari ed è passata dalla 25ª posizione, nel ranking della promozione degli affari di queste entità italiane, alla 4ª posizione nei ultimi tre anni, secondo solo a quelle di Frankfurt, Parigi e Zurigo. Attualmente, la previsione è di circa R$ 4 milioni l’anno, spesi per la promozione dell’intercambio tra le imprese e anche per promuovere il turismo italiano, oltre a patrocinare corsi di specializzazione per allievi brasiliani d’origine italiana. Approssimativamente 35% delle spese della Camera sono finanziate dal governo italiano ed il restante dagli associati e dai partecipanti agli eventi intermediati dalla Camera.

(Gazzetta Mercantile/Quaderno A9)