Brics sempre più avanti, da emergenti a economie in crescita
21/11/2011
LONDRA – Al vertice del mondo. Un decennio dopo la loro nascita per casuale e fantasiosa volontà di Jim O'Neill, all'epoca chief economist di Goldman Sachs, i Brics sorprendono anche chi li ha inventati. Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica in ordine di…acronimo avanzano con una rapidità che va oltre ogni previsione.
Pil Cina pari o superiore a quello Usa non oltre il 2027
«Non sono più – scrive O'Neill in Growth Map libro appena lanciato per celebrare il decennio dello studio originario – economie emergenti, ma economie in crescita». Turbinosa se gli studi di colui che è oggi a capo dell'Asset managment di Goldman, alla testa cioè di un tesoretto da 800 miliardi di dollari, si confermeranno con la stessa precisione di quanto è avvenuto fino ad ora. «La nostra ricerca – scrive nel volume anticipato in esclusiva dal Sunday telegraph – indica che il prodotto interno lordo cinese sarà pari o superiore a quello degli Stati Uniti non oltre il 2027, probabilmente prima…Dal 2001, il pil cinese s'è moltiplicato per quattro volte passando da 1,5 migliaia di miliardi di dollari a 6mila. In altre parole in un decennio la Cina ha creato tre … nuove Cine».
G7, G8 e Fmi non riflettono più i poteri mondiali
Ne deriva che per Jim O'Neill G7, G8 e Fmi non hanno più alcuna capacità di riflettere i poteri mondiali. «Se i Brics – continua – non saranno inseriti a pieno titolo negli organismi politico-economici globali non potremo godere del loro enorme potenziale». Guardiamo al G7 creato nel 1975: secondo O'Neill è assai poco significativo visto che è stato allargato solo alla Russia. «Nel 1975 la Cina era irrilevante. Oggi il Brasile è più grande dell'Italia. Brasile India e Russia sono economicamente più pesanti del Canada. Se un G7 fosse creato oggi Brasile, Cina, India o Russia dovrebbero essere inclusi, mentre la partecipazione individuale di Germania, Francia e Italia appare eccentrica. Soprattutto quella dell'Italia, la più piccola dei tre». In realtà il guru di Goldman Sachs ritiene che il Club dell'Occidente non abbia più senso. Invoca un unico nel consesso del mondo per i Paesi dell'eurozona e riconosce che Canada e Gran Bretagna potrebbero essere messi fuori.
Libro atteso da tempo
Il libro di Jim O'Neill era da tempo atteso perché c'era curiosità nel conoscere le valutazioni dell'economista sull'impatto prodotto dal credit crunch nello sviluppo dei Brics. Nel 2008 si era detto che il fenomeno delle economie emergenti sarebbe stato duramente ridimensionato dalla crisi. «Dieci anni fa nel mio paper originale scrissi che i Brics all'epoca capaci di produrre l'8% del pil mondiale sarebbero cresciuti molto: la Cina già superava l'Italia e il Brasile pensavo che sarebbe arrivato abbastanza vicino a Roma nel 2011. Il sorpasso è invece avvenuto nel 2010, mentre la Cina nei primi mesi del 2011 ha superato il Giappone. L'aggregato dei Bric è quasi quadruplicato in un decennio da 3000 miliardi di dollari a poco meno di 12, mentre l'economia del mondo è raddoppiata sulla spinta di una crescita che per un terzo almeno è targata Brasile, Russia, India, Cina». Il che significa, per O'Neill aver messo al mondo un «nuovo Giappone e una nuova Germania…oppure cinque volte il Regno Unito».
Un trend destinato a continuare
Un trend destinato a continuare, se è vero come Jim O'Neill sostiene, che è un'illusione credere al solo effetto export in questi anni. In Cina non c'è dubbio la forza trainante sono state le esportazioni, ma il top manager di Goldman sottolinea che "dal 2008 in poi i consumi interni hanno avuto un ruolo centrale». In India sono il motore primo, per O'Neill che sottolinea come la Russia sia oggi il più grande mercato per le auto in Europa. Un destino di inesorabile declino per il mondo occidentale? L'autore di Growth Map non ci crede e nella prima puntata dell'anticipazione precisa. «Molti osservatori sono convinti che la crisi del 2008 abbia rotto il modello di sviluppo occidentale e che i Brics si svilupperanno a nostre spese. Non ci credo. Entro un paio d'anni tanta depressione sparirà e se Brasile, Russia, India, Cina avranno mantenuto le promesse sarà bene per tutti. Molto meglio per tutti».
Fonte:
Il Sole 24 Ore