BRIC: protagonisti di una crescita sostenibile

20/01/2010

Stabilità e sviluppo economico favoriranno le obbligazioni sovrane e corporate, mentre una nuova ondata di Ipo e di M&A sosterrà i corsi azionari, anche se le performance degli indici locali del 2009 appaiono difficilmente ripetibili.

Sono passati 6 mesi dal primo storico incontro dei Paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), tenutosi in Russia, e la casa americana Goldman Sachs, che li ha tenuto a battesimo, fa il punto su questa nuova “lobby” emergente nell’ambito del G20.
Un nuovo asse dotato di un enorme potenziale geopolitico ed economico e destinato a trainare la ripresa globale. Basti pensare che rappresentano il 43% della popolazione mondiale e che il loro contributo al PIL globale è pari ormai al 15%. Del resto, in termini di crescita economica globale, come si può notare nel grafico n. 1 e 2, le aspettative sono per un consolidamento del ruolo trainante di questi 4 Paesi ad un
trend positivo per il prossimo biennio è atteso a ridosso del 4.5% nonchè per un contributo fattivo sul lato consumi.
Certamente all’interno di questo cartello di fuoriclasse che raccoglie oltre 3,2 trld usd delle riserve internazionali, pari al 45% del totale, si evidenziano due velocità. Infatti Cina e Brasile vedranno un’accelerazione del PIL che dovrebbe poi moderarsi nel 2011, mentre la Russia e l’India sono attese ad un percorso robusto di rafforzamento che durerà per l’intero biennio.
Anche sul deficit esterno occorre rimarcare alcune differenze tra il permanere di un deficit per Brasile e India, mentre la Cina e la Russia continueranno a mostrare un surplus convincente grazie anche ad una gestione più flessibile della bolletta petrolifera che attualmente penalizza maggiormente l’India.
Ma cosa certamente più importante sono le previsioni dell’inflazione (che

sono moderate) e vedono un dato sostanzialmente sotto controllo, con accelerazioni contenute e strettamente dipendenti da politiche monetarie fattesi sempre più efficienti e proattive.
Le performance messe a segno nel 2009 dalle Borse dei BRIC, tutte a ridosso o superiori al 100%, sono la conferma di questo nuovo ruolo assunto anche sui mercati finanziari internazionali e nell’ambito degli investimenti di portafoglio ma altresì ci costringono ad un a riflessione sul prossimo biennio che tenderà a favorire maggiormente le obbligazioni sovrane e Corporate, accuratamente selezionate, che maggiormente beneficeranno del continuo miglioramento creditizio e della congiuntura dei tassi rispetto ai titoli in divisa locale ed alle azioni, che assai difficilmente, per non dire certamente, non potranno ripetere i record dell’anno passato.
E se certi picchi saranno irripetibili, non vi è però dubbio che il comparto azionario resterà comunque supportato da un permanere della proposta di nuove IPO e dal rafforzamento dell’attività di M&A che interesseranno questi Paesi che, peraltro, restano al centro delle attività di delocalizzazione produttiva a scapito di altre aree come l’Est Europa e l’Africa che risentono ancora degli strascichi di una crisi politica economica interna a numerose realtà penalizzate non solo dai dati macro ma soprattutto da uno scarso impegno politico alle riforme strutturali necessarie a rilanciarli.
Sugli scenari di questo primo anno post crisi restano ancora molte incertezze per gli investitori, e l’unico punto fermo sono i BRIC, che non solo nei numeri delle loro fiorenti economie ma nella capacità di avere adattato il proprio modello economico alle severe lezioni della crisi passata hanno dimostrato flessibilità e convincimento politico raccogliendo un innegabile consenso.

FontE:
Trendonline
ITForum
www.itforum.it