Brasile supera Italia nel campionato del Pil
03/04/2013
Nella World Economic League Table, il nostro paese scivola all'ottavo posto in termini di Prodotto interno lordo. Dietro incalzano Russia e India: evidentemente si temono i risultati aggiornati a tutto il 2012.
SIENA (WSI) – L'Italia scivola all'ottavo posto nella graduatoria delle economie mondiali del World Economic League Table. Riposizionamento del Brasile, classificatosi al sesto posto tra le nazioni in termini di Prodotto interno lordo. Dietro di noi, Russia e India incalzano e si temono i risultato aggiornati a tutto il 2012 evidentemente.
Tassi & Congiuntura: in area Euro riaprono questa mattina i mercati dopo le festività. Nelle prime battute si sta assistendo ad un lieve calo dei tassi swap sul tratto a 10 anni, lo stesso avviene per quelli di mercato tedeschi mentre sul tratto a 2 anni stanno leggermente salendo. Partenza mista per gli spread dei titoli periferici questa mattina con lo spread italiano in calo a 342pb grazie agli acquisti sul decennale italiano.
Oggi è previsto un incontro tra il governo cipriota ed i rappresentati dell’Unione Europea e del Fmi, in cui Cipro cercherà di ottenere migliori condizioni sul salvataggio. Stylianides, portavoce del governo, ha dichiarato che i temi finali da discutere con la Troika riguardano principalmente il settore finanziario e gli aggiustamenti di politica fiscale.
Il governo ha già ottenuto un’estensione dal 2016 al 2017 per raggiungere il surplus primario di bilancio e spera di ottenere un ulteriore rinvio al 2018. Durante un accordo avvenuto nel week end, i correntisti con oltre 100.000 euro di deposito presso Bank of Cyprus otterranno azioni della banca per il 37,5% dei loro depositi non garantiti; un ulteriore 22,5% sarà collocato in un fondo speciale non remunerato e potrebbe essere utilizzato per ulteriori svalutazioni. La settimana si presenta ricca di eventi, in particolare lo sarà il prossimo giovedì con varie riunioni di banche centrali in programma. La giornata partirà con il comunicato della BoJ dal quale è molto probabile che il nuovo governatore Kuroda annunci nuove misure espansive.
Successivamente è in programma quella della Banca d’Inghilterra dalla quale il consenso di mercato non aspetta né una variazione dei tassi di riferimento né un aumento dell’ammontare di asset da acquistare. Infine la giornata si concluderà con quella della Bce (non sono attese modifiche al tasso di riferimento) e la successiva conferenza stampa di Draghi che potrebbe essere chiamato a rispondere a domande circa l’attuale evoluzione della crisi in area Euro.
Il tema cambio questa volta potrebbe rivestire un ruolo minoritario rispetto al recente passato alla luce del ridimensionamento avvenuto nelle ultime settimane. Sul fronte aste da monitorare l’andamento di quelle spagnole di medio/lungo termine in programma giovedì. Secondo il giornale Frankfurter Allgemeine, il Portogallo prossimamente potrebbe collocare un titolo a 10 anni se le condizioni di mercato lo consentiranno.
Negli Usa ieri si è verificato un lieve calo dei tassi di mercato in un contesto di prese di profitto sulle borse locali. Gli acquisti di bond sono stati favoriti dall’Ism manifatturiero di marzo calato oltre le attese soprattutto a causa delle sottocomponenti legate ai nuovi ordini ed alla produzione; in miglioramento quella occupazionale. Lo scorso venerdì buone indicazioni macro erano invece giunte dai redditi e consumi delle famiglie a febbraio, risultate superiori rispetto al consenso di mercato calcolato da Bloomberg. Dal punto di vista macro l’evento della settimana è in programma venerdì, quando saranno pubblicati i dati relativi al mercato del lavoro di marzo. Da seguire anche domani la pubblicazione dell’Ism non manifatturiero di marzo.
Valute: la settimana si apre con l’euro/dollaro sopra area 1,28 in un contesto dove gli speculatori continuano a puntare ad ulteriori ribassi. I dati della CFTC hanno evidenziato che la scorsa settimana gli speculatori hanno aumentato del 9% le posizioni nette corte in future, portandole sui massimi da inizio dicembre. Questa settimana il supporto più vicino si colloca presso 1,2750, mentre le resistenze a 1,29 e 1,30. Sul fronte yen, il cambio verso euro si colloca poco al di sopra del supporto 119,70. Da monitorare la decisione della BoJ del prossimo giovedì che potrebbe avere ripercussioni sul cambio per le giornate/settimane successive.
L’euro/sterlina trova il livello di supporto presso 0,84-0,8360 in attesa della decisione della Boe di giovedì. Questa notte si è assistito ad un apprezzamento del dollaro australiano verso quello Usa e l’euro dopo che la banca centrale (RBA) ha mantenuto invariato al 3% il tasso di riferimento, aggiungendo che la politica monetaria accomodante ha avuto benefici effetti espansivi sull’economia australiana. Nuovo massimo da 19 anni dello yuan cinese verso dollaro Usa. Ieri il Pmi manifatturiero cinese di marzo si è attestato ai massimi dall’aprile 2012, anche se è risultato inferiore alle attese di mercato.
Commodity: inizio di settimana in calo per l’indice GSCI ER penalizzato dal comparto agricolo che continua a risentire del report dell’Usda dal quale sono emerse scorte Usa superiori alle attese. Tra i peggiori troviamo il mais (-7,6%) calato ai minimi da fine giugno ed il grano Usa (-3,4%) sui minimi da giugno. Sul fronte metalli industriali, il Lme è rimasto chiuso per festività ieri e riaprirà oggi. Nel frattempo il rame (-0,8%) quotato negli Usa è calato ieri sui minimi dallo scorso agosto sulla scia del Pmi cinese sotto le attese. Andamento misto per i preziosi con l’oro (+0,3%) in rialzo e l’argento (-1,3%) in calo.
Infine andamento contrastato tra gli energetici con il rialzo del brent (+1%) ed il lieve calo del Wti (-0,2%) e gas naturale Usa (-0,2%). I dati della CFTC mostrano che la scorsa settimana gli speculatori hanno aumentato le posizioni combinate nette lunghe sulle principali 18 commodity, portandole ai massimi da 6 settimane.
Azionario: apertura di settimana leggermente positiva per i listini azionari europei tranne che per il Ftse mib. Il listino italiano apre in rosso la seduta odierna, trainato dalle incertezze politiche, con i titoli bancari che risultano i più penalizzati. Negli Usa chiudono in ribasso i listini azionari, trainati dai dati sulla fiducia nel settore manifatturiero inferiori alle attese, con l’indice S&P500 che perde lo 0,45%. All’interno dell’indice i settori che hanno registrato il calo maggiore sono stati risorse di base, tecnologici e industriali, mentre i migliori sono state le telecomunicazioni ed ancora una volta l’healthcare.
All’interno dell’indice dell’indice Dow Jones, i ribassi peggiori hanno interessato che ha chiuso la seduta leggermente in ribasso, sono stati HP (-2,2%) ed Intel (-1,9%), mentre i migliori UnitedHealth Group (+3%) ed AT&T (+1,5%). I volumi di scambio sono stati inferiori di più del 20% rispetto alla media degli ultimi 30 giorni su entrambi gli indici. Sul fronte emergente l’indice MSCI EM ha chiuso la seduta in negativo, cedendo lo 0,4% circa. Durante la notte andamento misto per i listini asiatici con quello cinese in calo ed il rialzo in India e Taiwan. La borsa giapponese chiude in rosso, con l’indice Nikkei in calo dell’1,1%, mentre quella australiana registra un lieve rialzo (+0,4%).
Fonte:
Wall Street Italia