Brasile: marzo record per gli IDE
09/01/2009
L´ingresso di valuta estera cresce a grandi passi in Brasile. Quella destinata alla produzione che entra attraverso gli IDE (Investimenti Diretti Esteri) ammonta nel mese di marzo a 2,78 miliardi di dollari Usa. Il valore, del 70,53% superiore rispetto allo stesso periodo del 2006, è il più elevato, calcolato per mese, per la serie storica iniziata nel marzo del 1947. Nel trimestre il valore ammonta a 6,58 miliardi di dollari Usa. Dati della Banca Centrale mostrano che cresce l´interesse per le aree destinate alla produzione di alcol. Il rapporto della Banca Centrale rivela, inoltre, un ingresso sempre più grande di capitale di breve termine. Per gli specialisti, questo movimento genera il deprezzamento del dollaro nei confronti del Real.
“Questi dati”, commenta Francesco Paternò, Segretario Generale della Camera di Commercio Italiana di San Paolo, “sono l’onda lunga delle commodities minerarie e agricole e dell’incremento del commercio del Brasile con gli altri Paesi del Sud America e con i Paesi africani di influenza portoghese. Negli ultimi mesi si è assistito a una rivalutazione di alcune commodities anche grazie a un decisivo aumento di richiesta da parte di India e Cina di minerali: pensiamo all’alluminio e al ferro, di cui il Paese è il primo esportatore al mondo. Ultimamente anche la Borsa di San Paolo ha raggiunto record storici superando i 48.000 punti, come conseguenza di un ingresso di capitali nel Paese. Sul piano industriale, si è avuto un rinforzo del settore del semifatturato in particolare, in riflesso delle migliori performance nell’export. In ultima analisi, i dati della Banca Centrale riflettono gli effetti della globalizzazione: molte imprese straniere esportano prodotti fabbricati in Brasile in altri Paesi”.
Per quanto riguarda l’Italia, continua Paternò, “si riscontra un crescente interesse di piccole e medie aziende che vogliono creare joint venture con aziende locali per effettuare installazioni commerciali fisse ed evitare il ‘mordi e fuggi’, cioè l’esportazione spot. I settori sono vari, plastica e macchine per la lavorazione delle ceramiche per esempio. Poi ci sono stati investimenti di grandi aziende italiane, come quello delle bottiglie PET (700 milioni di reais), oppure Danieli nel settore delle piastre in acciaio e la Maire Engineering del Gruppo FIAT. Ricordiamo che, durante la visita di Prodi, Pollastri ha sottoscritto un accordo con FIESP, la Federazione Industriale di San Paolo, per dare vita a una serie di missioni e workshop nella metalmeccanica applicata. Il risveglio (seppur tardivo) dell’interesse italiano per l’area sudamericana si disegna sull’onda della delocalizzazione e della globalizzazione per affinità socio-culturali. E il Brasile è sicuramente il Paese con un peso politico maggiore per la sua egemonia continentale, essendo la locomotiva trainante per l’intera area”.
Gianni Loreti, Vice Presidente dell’ICE di San Paolo, conferma il momento particolarmente positivo per il Brasile, dato che la moneta nazionale è apprezzata rispetto al dollaro, il che favorisce le importazioni. “Il 28 febbraio scorso la Mossi e Ghisolfi, un’azienda di Tortona, ha inaugurato una grossa fabbrica di bottiglie, il più grande stabilimento di resina PET nel Paese. Ad ogni modo, l’Italia sta iniziando a recuperare quote di mercato: anche se si tratta di dati non ancora ufficiali, si tratta di un cambiamento di tendenza che fa ben sperare”.
Fonte:
News ITALIA PRESS