Brasile, Lula incontra Chavez puntando a leadership regionale

27/05/2009

Roma, 27 mag (Velino/Velino Latam) – Prestiti e investimenti brasiliani in Venezuela, il complicato percorso di ingresso di Caracas nel Mercosur e il rapporto con l'amministrazione Obama. Sono stati questi gli argomenti chiave dell'incontro di ieri, a Salvador de Bahia, tra il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e il suo omologo venezuelano Hugo Chavez, nell'ambito delle riunioni trimestrali programmate tra i due leader. Quello tra i due paesi latinoamericani è un rapporto che in passato è stato caratterizzato da alti e bassi e condizionato oggi da una dura competizione per il mercato americano del petrolio, che pone Caracas e Brasilia di fronte a una sfida importante per l'economia dei due Paesi. Anche in occasione della riunione di ieri, però, il leader brasiliano ha dimostrato di sapere bene che il ruolo di “rappresentante” della regione davanti alla comunità internazionale, per il quale sta lavorando, non permette colpi di testa né contrasti. Così a caratterizzare l'incontro è stato un clima disteso e tutto si è giocato su sorrisi e pacche sulle spalle; i capi di Stato hanno discusso delle richieste di sostegno economico di Chavez, l'economia venezuelana sta risentendo pesantemente del crollo del prezzo del greggio, di nuovi accordi di cooperazione bilaterale e della questione dell'ingresso del Venezuela nel Mercosur. Nel corso della riunione si è verificato anche un curioso incidente: il traduttore simultaneo messo a disposizione dei giornalisti ha infatti permesso ai media di ascoltare un dialogo a porte chiuse tra i due leader nel quale Lula spiegava come il suo futuro sia nel ruolo di presidente dell'impresa petrolifera statale Petrobras e Chavez prometteva di non espropriare imprese brasiliane nell'ambito del processo di nazionalizzazione di alcuni settori dell'economia venezuelana.


Chavez ha chiesto al leader brasiliano di sostenere economicamente il suo Paese attraverso la Banca nazionale per lo sviluppo economico e sociale, dopo aver ammesso che la caduta del prezzo del petrolio ha svuotato le tasche del Venezuela dimezzando le entrate del greggio. Il “caudillo” venezuelano ha chiesto a Lula di sostenere la sua richiesta di ampliamento del credito concesso per la costruzione di infrastrutture, si ipotizza una cifra tra i quattro e gli otto miliardi di dollari; tra i progetti previsti la costruzione di una raffineria di proprietà binazionale e della metropolitana di Caracas, iniziativa già allo studio dell'istituto di credito. “Questo è il momento buono per cominciare a lavorare a imprese miste, per progettare e costruire“, ha sostenuto Chavez, mentre Lula si è augurato che prima della fine del suo mandato si siano completate le opere portate avanti congiuntamente. I presidenti si sono impegnati poi a risolvere entro 90 giorni le divergenze relative ai progetti comuni delle due imprese petrolifere statali, Petrobras e Pdvsa, relativi alla nuova raffineria e alla partecipazione del colosso brasiliano nell'esplorazione delle falde petrolifere della zona venezuelana dell'Orinoco.

Secondo Lula si tratta solo di “una questione di dettagli”, anche se nel corso della conversazione a porte chiuse, involontariamente resa pubblica, entrambi i leader esprimevano “frustrazione” per le difficoltà incontrate nelle trattative, avviate nel 2005. Al momento sembrano essere tre i punti di contrasto: il prezzo che sarà corrisposto a Pdvsa per il greggio raffinato nella struttura, il crescente costo dell'investimento (la raffineria sarà al 60 per cento dell'impresa brasiliana e al 40 della venezuelana per un investimento da 4,5 miliardi di dollari) e la commercializzazione della produzione dell'impianto.

I rallentamenti subiti dal percorso che deve portare Caracas all'interno dell'area di scambio economico regionale Mercosur sono stati il secondo tema al centro della riunione, anche a causa dell'atteggiamento assunto dal Senato brasiliano, dove il voto sull'ingresso del Venezuela nell'organizzazione è bloccato da tempo. Un gruppo di senatori infatti ha espresso la sua perplessità sulle garanzie democratiche fornite dal governo venezuelano e sulla necessità per un paese membro di rispettare i principi della legalità e della democrazia. I presidenti hanno definito un programma di liberalizzazione del commercio bilaterale, nell'ottica dell'ingresso nel Mercosur di Caracas, mentre la richiesta di adesione prosegue il suo percorso di approvazione nelle assemblee parlamentari di Brasile e Paraguay. Si tratta di un calendario del graduale sgravio dai dazi doganali negli scambi commerciali che il Venezuela deve negoziare con ogni paese membro prima di poter entrare a pieno titolo nel blocco. Secondo Lula, la mancanza di questo programma è stata una delle principali ragioni del rallentamento del processo. Il capo di Stato brasiliano si quindi augurato che forte dell'accordo firmato, il Senato possa ora approvare la richiesta di Caracas prima del prossimo incontro con Chavez. Lula ha quindi sostenuto che l'accordo “è una dimostrazione di rispetto del Brasile nei confronti dello sviluppo venezuelano” e che “il Brasile non vede il Venezuela come un mercato pronto per essere inondato da prodotti di ogni genere”.

Anche il difficile rapporto con Washington del governo venezuelano è stato oggetto di confronto tra i due capi di Stato: per Lula si tratta di una questione che potrebbe rivestire una grandissima importanza, perché riuscire a ricomporre il rapporto tra il colosso nordamericano e Caracas gli consentirebbe di acquisire quel prestigio internazionale per il quale sta lavorando senza sosta. Se l'amministrazione Bush sembrava privilegiare la Colombia del “fedelissimo” Alvaro Uribe, in un sostanziale disinteresse per l'America latina, l'arrivo alla Casa bianca di Obama ha cambiato le carte in tavola e Lula è deciso a giocarsi le sue opportunità fino in fondo. La capacità dell'ex leader operaio di mediare tra le due parti e di limitare gli eccessi verbali del “caudillo” venezuelano potrebbe quindi avere un peso non indifferente nel percorso verso la leadership regionale.

Per la gioia dei giornalisti presenti, come si diceva, un errore tecnico ha permesso inoltre alla stampa di ascoltare attraverso l'apparecchiatura per la traduzione simultanea una parte del dialogo a porte chiuse tra i due presidenti, che ha offerto alcuni spunti interessanti. Primo fra tutti quello relativo al processo di nazionalizzazione di alcuni settori chiave dell'economia portato avanti dal governo venezuelano: Chavez si è infatti impegnato a non espropriare imprese brasiliane. Lula ha invece disegnato il suo futuro come presidente di Petrobras: “Se riesco a far eleggere Dilma presidente – il riferimento è al suo braccio destro Dilma Rousseff – le cose – nel settore energetico – si sistemeranno, perché io sarò il presidente di Petrobras e l'attuale presidente sarà il mio consigliere”.
Fonte:
Il Velino
Matteo Tagliapietra